L'
ONU è intervenuto ripetutamente in Africa per evitare le prosecuzione delle violenze lesive dei diritti umani,
l'ultima volta in Libia nel 2011 per evitare i massacri della popolazione civile.
In precedenza,
la Nato si era assunta autonomamente il potere di intervenire nel Kosovo per difenderne la minoranza musulmana dalla repressione della Serbia di cui faceva parte. La Iugoslavia ha subito un processo disgregativo che ha dato vita a diversi Stati: Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina e Macedonia del Nord si sono rese indipendenti dalla Serbia e sono state riconosciute internazionalmente come sovrani. Non è accaduto così per il Kosovo, una regione della Serbia cui Belgrado si rifiuta di riconoscere l'indipendenza come invece hanno fatto invece 98 Paesi dell'Onu, sui 193 complessivamente aderenti.
A questo punto, c'è un altro punto delicatissimo dal punto di vista delle relazioni geopolitiche.
Mosca non può invocare il precedente del Kosovo, perché non ha mai riconosciuto quest'ultima per via delle sue buone relazioni con Belgrado. Se volesse far applicare al Donbass il precedente del Kosovo, dovrebbe riconoscerlo come Repubblica sovrana perdendo l'alleanza strategica secolare che la lega alla Serbia.
Pechino, a sua volta, guarda al precedente del Kosovo con orrore: riconoscerlo significherebbe dare il viatico all'indipendenza di Taiwan.
Le relazioni internazionali sono sempre un groviglio inestricabile.
Russia e Cina alle prese con Ucraina e Taiwan, tra Donbass e KosovoFrontiere inviolabili e Diritti umani, un labirinto geopolitico(Foto: argus456 | 123RF)
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