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Ritorno a Maastricht, ma in manette

L'infinita tristezza di un nuovo, odioso Patto di Stabilità


Questi sono i trucchi ed i maneggi del sistema finanziario: ma tanto, poi, pagano gli Stati ed i cittadini.

Si ritorna indietro, a Maastricht, ma con una libertà per gli Stati che è resa farlocca: negli allegati alla nuova regolamentazione, si fa riferimento a metodologie previsionali, "deterministiche" e "stocastiche", in base a cui si controlla se la spesa netta dei piani pluriennali è destinata a ridursi, insieme ai debiti che devono scendere e comunque rimanere sostenibili.

Come accade con il nuovo Trattato che disciplina il MES, dove le vere condizioni per la erogazione dei prestiti di salvataggio sono indicate in una nota dell'Annesso, anche in questo caso le regole "vere", la garrota è stata nascosta negli allegati tecnici.

In questo caso, nell'Annesso II, si dispone che gli Stati devono dare conto di tutto ciò che serve per giustificare l'andamento del debito pubblico: non solo delle conseguenze derivanti dall'invecchiamento della popolazione, ma anche "to the extent possible, information on disaster and climate contingent liabilities".

Mancherebbero solo le previsioni sugli asteroidi in caduta sulla Terra!

La verità è invece assai più banale e ben più triste: per finanziare il PNRR, l'Italia ha deciso di indebitarsi con la Unione europea, con una scaletta di adempimenti che arriva fino al 2026.

Ma, allo stesso tempo, con queste nuove regole, deve diminuire il debito.

L'infinita tristezza di un nuovo, odioso Patto di Stabilità

Ritorno a Maastricht, ma in manette







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