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Se torna il BOT People

Risparmi, liquidità e Titoli di Stato

Negli anni scorsi, le famiglie italiane hanno fatto sicuramente bene a tenere i soldi in Banca, depositati nei conti correnti: anche se ad interessi zero e con i costi mensili di tenuta del conto, era sicuramente meglio che sottoscrivere titoli a rendimento nominale negativo: c'era davvero da perdere tanto.

Tutta colpa, o merito per chi vuole, della politica monetaria eccezionalmente espansiva e non convenzionale che era stata adottata dalle Banche Centrali, come la Fed e la Bce, che, acquistando titoli pubblici a tutto spiano, ne avevano fatto crollare i rendimenti fino a portarli addirittura a livelli negativi.

Sarebbe dovuto servire, così si diceva, a riportare il tasso di inflazione ad un livello vicino ma non superiore al 2% annuo. Fatto sta che, alla fine, tutta la liquidità immessa sul mercato ha provocato una fiammata inflazionistica che ora viene "curata" ritirando liquidità ed alzando i tassi.

Un passo avanti e poi uno indietro che abbiamo segnalato tempo fa, scrivendo "Metti la cera! Togli la cera": un titolo che prendeva a prestito una battuta di un vecchio film in cui per insegnare le mosse fondamentali di karate ci si doveva allenare facendo continui movimenti con le mani, prima ruotandole in un senso e poi al contrario.

Questa preferenza per la liquidità è ben nota da tempo come "trappola della liquidità": una situazione che si verifica tutte le volte che i tassi di interesse offerti dal mercato sono giudicati troppo bassi dai detentori di capitali che dunque non investono.
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