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Se torna il BOT People

Risparmi, liquidità e Titoli di Stato


Per capire i comportamenti delle famiglie italiane, bisogna tornare indietro nel tempo.

Nel 1995, l'anno più lontano per il quale abbiamo statistiche finanziare complete e confrontabili, il totale di Biglietti, monete e depositi bancari delle famiglie erano complessivamente pari a 561 miliardi di euro (abbiamo usato la moneta unica per facilitare i paragoni). Gli investimenti in titoli pubblici italiani erano invece pari a 363 miliardi: praticamente, una somma pari al 64% dei depositi bancari.

Dieci anni dopo, nel 2005, il totale di Biglietti, monete e depositi bancari era arrivato a 646 miliardi (+85), mentre gli investimenti in titoli pubblici italiani era crollato a 161 miliardi (-202).

Nel complesso, però, il valore corrente del totale delle attività finanziarie delle famiglie erano raddoppiato, passando dai 1.754 miliardi di euro del 1995 ai 3.632 miliardi del 2005: erano stati gli anni del boom degli investimenti in Azioni, in quote di Fondi di investimento, in Assicurazioni Ramo vita ed in Fondi pensione che tutti messi insieme avevano rastrellato gli impieghi finanziari delle famiglie.

C'è un punto, però, che bisogna tener presente: anche i Fondi di investimento, le Assicurazioni Ramo vita ed i Fondi pensione, impiegavano le somme conferite loro in titoli di Stato. In pratica, mentre nel 1995 le famiglie investivano direttamente in titoli pubblici, nel 2005 avevano ridotto questo impiego che però veniva effettuato da altri operatori finanziari: c'era stata una "sostituzione nella intermediazione".

Nel 2021, 16 anni dopo ancora, il totale del valore corrente delle attività finanziarie delle famiglie era ancora cresciuto, arrivando a 5.072 miliardi di euro (+1.440). Di queste, il totale di Biglietti, monete e depositi a vista era arrivato a 1.217 miliardi di euro (+571) mentre gli investimenti in titoli di Stato italiani erano scesi ancora, a 119 miliardi.

In pratica, mentre nel 1995 gli impieghi in titoli di Stato italiani rappresentavano il 21% del totale attività finanziarie delle famiglie, nel 2005 questa percentuale era scesa al 4%. Nel 2021, la percentuale è scesa ancora, arrivando al 2,2%.

Negli primi tre trimestri del 2022, la situazione è cambiata: le famiglie stanno acquistando nuovamente titoli di Stato: il fatto che siano aumentati i rendimenti su questi titoli mentre gli interessi sui conti correnti bancari sono rimasti pressoché stabili attorno allo zero, sta invogliando le famiglie.
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