(Teleborsa) - L'idea è partita da un piccolo imprenditore di Sciaffusa, in Svizzera, per trovare poi ampio appoggio da parte di quasi tutta la Nazione.
Di cosa stiamo parlando? Del divieto agli stipendi d'oro dei top manager. Con il 67,9% dei voti a favore, il referendum proposto dal deputato indipendente Thomas Minder, è passato in tutti e ventisei i cantoni svizzeri nonostante la campagna avversa della Confindustria locale, la Economiesuisse, e dei partiti di destra.
L'obiettivo del referendum è quello di mettere un tetto agli stipendi d'oro dei super manager e di far sì che gli stipendi e i bonus siano approvati dall'Assemblea degli azionisti e non solo dal Consiglio d'Amministrazione. L'iniziativa, che coinvolge solo le aziende svizzere quotate, vieta alcuni tipi di compensi, compresi i bonus milionari quando gli executive lasciano le società o quelli offerti in caso di acquisizioni e vendita di parte del business.
Secondo l'imprenditore, che gestisce un'azienda di famiglia di prodotti per la cura dei capelli, questa iniziativa diventerà "il miglior prodotto export" della Svizzera.
Proprio nelle ultime settimane era scoppiata una polemica sul "caso Vasella", ex presidente della casa farmaceutica Novartis che nel solo 2011 ha guadagnato 15 mln di franchi svizzeri (12 mln di euro). A Vasella, che alla fine ha rinunciato agli emolumenti, erano stati offerti 72 milioni di franchi svizzeri (59 mln di euro) come indennizzo per non andare a lavorare per la concorrenza.