(Teleborsa) - Josefa Idem esce sconfitta dalla sua breve gara politica.
La campionessa italiana mondiale e olimpica di canoa si è vista costretta a rassegnare le dimissioni dalla carica di ministro per le pari opportunità, lo sport e le politiche giovanili nel governo Letta, incarico assunto a fine aprile, dopo un faccia a faccia tenutosi ieri con il premier.
A Josefa il Comune di Ravenna ha contestato il mancato versamento dell'imposta sulle abitazioni (ora IMU, ma all'epoca dei fatti ICI), su una palestra a lei intestata come abitazione principale e abusi edilizi. La capolista per il Pd al Senato in Emilia-Romagna ha ammesso che dalle prime verifiche fatte dal suo avvocato, sembrano emergere alcuni "profili di irregolarità" e per questo si è dichiarata disposta a "riparare" con versamenti tardivi e sanzioni al seguito.
Il "mea culpa" però non è bastato a placare il pressing mediatico e così la stella della olimpiadi ha gettato la spugna, cosa che non avrebbe mai fatto in una gara sportiva.
Dopo poco più di un'ora di colloquio, Josefa ha lasciato Palazzo Chigi con l'amaro in bocca, affidando ad un comunicato la notizia del suo abbandono.
Letta si è detto "convinto che emergeranno rapidamente, e in tutta la loro limpidezza, la correttezza e il rigore morale che conosco essere fra i tratti distintivi di Idem e per i quali l'ho scelta e le ho chiesto di entrare far parte del governo". Il premier ha poi espresso "il più sincero ringraziamento per questi 50 giorni di lavoro comune, nei quali ha avuto modo di dimostrare qualità politiche e amministrative che al governo del Paese sarebbero state utilissime".