(Teleborsa) - Conti in rosso per
Credit Suisse che ha chiuso il secondo trimestre del 2014 con una perdita netta di 700 milioni di franchi svizzeri, registrando la maggiore perdita dal crollo di Lehman Brothers avvenuto nel 2008. A pesare sui conti della
banca svizzera , un onere da oltre 1,6 miliardi di franchi derivato dall'accordo transattivo concordato con le autorità statunitensi che avevano accusato
Credit Suissedi evasione fiscale.
Nello stesso periodo, i ricavi si fermano a 6,43 miliardi di franchi rispetto ai 6,83 miliardi del secondo trimestre del 2013.
"I risultati pubblicati per il secondo trimestre e il primo semestre 2014 subiscono l'effetto dell'accordo che ha chiuso la nostra maggiore controversia legata ad attività passate. Nel trimestre abbiamo continuato a registrare un buon dinamismo nell'attività con i clienti compiendo al contempo progressi significativi nella liquidazione delle unità non strategiche.
I risultati delle attività strategiche sono solidi, a dimostrazione della buona tenuta del nostro modello di business a fronte del rallentamento dell'attività di trading dei clienti in alcune aree con impatto sia per Private Banking & Wealth Management che per Investment Banking", ha spiegato Brady W. Dougan, Chief Executive Officer di
Credit Suisse