(Teleborsa) - Quest'anno il più grande riconoscimento del
Nobel per la pace non è andato né alla
Merkel né a
Papa Francesco, come ipotizzato da molti.
Kaci Kullmann Five, il nuovo presidente del Comitato norvegese che consegnerà il premio il 10 dicembre ad Oslo, ha deciso di assegnarlo al
National Dialogue Quartet tunisino per l'impegno civile durante la rivoluzione dei "gelsomini" del 2011, conosciuta anche come la
primavera araba. In particolare il premio è stato conferito ad un quartetto che riunisce il sindacato generale tunisino (UGTT, Union Générale Tunisienne du Travail), la confederazione industriale e del commercio (UTICA, Union Tunisienne de l’Industrie, du Commerce et de l’Artisanat), lega dei diritti umani (LTDH, La Ligue Tunisienne pour la Défense des Droits de l’Homme), e l'ordine degli avvocati (Ordre National des Avocats de Tunisie), per il contributo "decisivo alla costruzione di una democrazia pluralista in Tunisia", Paese straziato da attentati terroristici feroci come quello del
Museo del Bardo a Tunisi e quello sulla
spiaggia nel resort nel golfo di Hammamet.
Lo scorso anno il prestigioso riconoscimento era andato all'adolescente pachistana
Malala Yousafzay, sfregiata perché voleva studiare e divenuta presto un simbolo della lotta per l'educazione, e all'attivista indiano
Kailash Satyarthi, da tempo impegnato per i diritti dei minori.