(Teleborsa) - Il più grande riconoscimento del Nobel per la pace premia finalmente due attivisti per i diritti dei minori e per il diritto all'istruzione, ma la scelta ha anche un carattere strategico, perché premia un Hindu ed una musulmana, un indiano ed una pachistana, unendo due diverse culture e religioni sotto l'egida della lotta per l'educazione e contro gli estremismi.
Il premio va infatti all'adolescente pachistana Malala Yousafzay, sfregiata perché voleva studiare e divenuta presto un simbolo della lotta per l'educazione, e sull'attivista indiano Kailash Satyarthi, da tempo impegnato per i diritti dei minori.
La piccola Malala fu sfregiata nel 2009 da un attentato taliban, quando aveva appena 12 anni, perché chiedeva di poter studiare e difendeva il diritto all'istruzione delle bambine minori nella valle dello Swat. L'altro vincitore, Kailash Satyarthi, 60 anni, è un noto attivista per l'affermazione dei diritti dei bambini e per il non sfruttamento economico degli stessi, sulla via tracciata da Gandhi.
"I bambini devono poter andare a scuola e non essere sfruttati economicamente", ha spiegato il Comitato del Nobel Institute di Oslo, nel commentare la scelta di quest'anno (
l'anno scorso il premio era andato all'Organizzazione per il divieto delle armi chimiche).
"Nei Paesi più poveri del mondo, il 60% della popolazione è di età inferiore ai 25 anni; è un prerequisito per lo sviluppo pacifico globale che i diritti dei bambini e dei giovani siano rispettati", spiega la nota, aggiungendo che "nelle aree devastate dalla guerra, in particolare, gli abusi sui bambini conducono al prolungarsi della violenza generazione dopo generazione".