Facebook Pixel
Milano 17-mag
35.398,82 -0,03%
Nasdaq 17-mag
18.546,23 -0,06%
Dow Jones 17-mag
40.003,59 +0,34%
Londra 17-mag
8.420,26 -0,22%
Francoforte 17-mag
18.704,42 -0,18%

L'urlo disperato di Aleppo: "Vogliamo fuggire, ma non possiamo"

Teleborsa ha raggiunto per telefono ad Aleppo Suhaib Ajam: " Mi appello alla Comunità Internazionale, le foto di quei bambini morti vi sembrano normali?"

L'urlo disperato di Aleppo: "Vogliamo fuggire, ma non possiamo"
(Teleborsa) - Continua la mattanza in Siria, con Aleppo, al centro dell'orrore, mentre si apre uno spiraglio per i civili rimasti intrappolati. E' infatti, ricominciata in queste ore l'evacuazione dopo la sospensione di venerdì 16 dicembre a causa di una serie di sparatorie. A darne notizia è il fronte dei ribelli, che fa rimbalzare la notizia di un nuovo accordo, confermato anche da fonti governative.

La redazione di Teleborsa è riuscita a raggiungere al telefono Suhaib Ajam, che ad Aleppo c'è nato. Attualmente a Gaziantep, città vicina al confine con la Siria, è professore e Presidente di ASAM (Association for Solidarity with Asylum Seekers and Migrants) e Sham for Syrians' Orphans Association, due associazioni che si occupano di bambini e orfani fornendogli cibo e garantendo loro una assistenza scolastica e alle donne l'accesso a una professione.

Abbiamo raccolto la sua testimonianza drammatica e disperata. "Sono nato e cresciuto ad Aleppo, la mia casa, nella parte est, è andata completamente distrutta. Ad oggi solo uno dei miei fratelli vive ancora lì, con la sua famiglia, sono 6 persone, un edificio a pochi metri da casa sua è andato completamente distrutto come si può vedere dalla foto che mi ha mandato. Le notizie che arrivano sono, purtroppo, tutte vere e c'è un dramma nel dramma: le persone vogliono fuggire e mettersi in salvo verso la Turchia ma non c'è via di fuga, è andato tutto distrutto, sono sotto assedio. La situazione è tragica, non c'è cibo, non ci sono medicine, non sappiamo quanto resisteremo ancora"



GENERAZIONE CANCELLATA - "Stiamo perdendo un' intera generazione - ci dice ancora Ajam - stiamo perdendo il futuro, perchè una parte dei bambini siriani è morta, l'altra, quella che è riuscita a salvarsi verso la Turchia non va a scuola, lavorano,nelle condizioni più disperate, per aiutare le famiglie".

"VOGLIAMO FUGGIRE, MA NON POSSIAMO" - "Uno dei miei studenti - aggiunge - nel corso di una lezione in cui parlavamo di quel che sta succedendo, ha paragonato l'area di Karag Alhajiz al muro di Berlino. Qualcosa che non puoi attraversare, la situazione è questa, la città è letteralmente spaccata in due. Mio fratello mi ha detto: "Vogliamo fuggire, andare in qualsiasi altro posto, ma non possiamo. Non esco di casa, ho paura che se esco per portare qualcosa da mangiare alla mia famiglia, non torno più dai mie figli".

"DOV'E' LA COMUNITA' INTERNAZIONALE?"- E Suhaib Ajam lancia un appello disperato attraverso Teleborsa: "Alla Comunità Internazionale vorrei dire una cosa: le foto di tutti quei bambini innocenti morti vi sembrano normali? Vorrei sentire forti e chiare le parole di condanna dai leader arabi,europei e di tutto il mondo, ma sento solo silenzio e vedo che quelle foto, quei bambini morti sono solo numeri. Voi mi contattate da Roma, se non sbaglio un vostro proverbio dice: "Tutte le strade portano a Roma", io voglio dire che per tutto quel che sta accadendo ora : "Tutte le strade portano a dividere la Siria."




Condividi
```