(Teleborsa) - Giorni difficili per l’
Aeroporto di Trapani che, oltre a denunciare la
perdita di quote di passeggeri nel 2018, dopo il disimpegno di
Ryanair, vede mettere in discussione dalla
magistratura la condotta di
15 ex amministratori di Airgest, la società di gestione dello scalo.
Ai manager viene
contestato il reato di peculato per una somma equivalente a
18 milioni di euro, che corrisponde alla la
tassa addizionale riscossa per i diritti d'imbarco dei passeggeri. Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dalla Guardia di Finanza, tale somma sarebbe stata
utilizzata per sopperire alle difficoltà strutturali della società di gestione, ovvero per
ripianarne il deficit di bilancio.
Ieri, 23 gennaio 2019,
il presidente di Airgest Paolo Angius ha rassegnato le dimissioni, non senza avere relazionato al presidente della Regione Sicilia,
Nello Musumeci, sull'andamento della gestione dello scalo. Angius è stato invitato a rimanere in carica per gli affari ordinari fino alla nomina del nuovo amministratore.
Occorre capire se l’azione della magistratura accelererà il prospettato
processo di fusione (per incorporazione) della società di gestione di Trapani in quella di Palermo, forse con un’aggregazione anche degli aeroporti di
Pantelleria e Lampedusa. Un disegno che Musumeci intende perseguire anche per gli
aeroporti della Sicilia orientale, con un soggetto unico per gli scali di
Catania e Comiso.
Intanto, però, nonostante le vicende giudiziarie, gli amministratori e gli operatori turistici dell’area trapanese non mollano l’idea del
rilancio dell’aeroporto. Oggi la compagnia aerea
"Topjet Worldwilde", rappresentata da Dario Catalisano,
sarà a Marsala per illustrare i propri progetti.