(Teleborsa) -
Il TAR del Lazio ha respinto il ricorso promosso da Hitachi contro la delibera Consob, che nel lontano 2016 chiese di aumentare il prezzo dell'
OPA su Ansaldo STS a 9,899 euro da 9,5 euro.
Va ricordato che, nel 2016, l'Autorità di controllo della Borsa - allertata dagli azionisti di minoranza fra cui Amber Capital e Bluebell
- aveva chiesto alla big giapponese di rettificare il prezzo dell'OPA perché
aveva accertato un'intesa collusiva fra Hitachi e l'allora Finmeccanica (oggi
Leonardo) ai danni degli azionisti di minoranza. Intesa che secondo la Consob mirava ad abbassare il prezzo dell'OPA rispetto al valore indicato congruo traslando parte del costo sostenuto per rilevare anche la meno appetibile Ansaldo Breda.
Ebbene, il TAR ha rigettato l''istanza a suo tempo presentata da Hitachi, spiegando che
l'analisi effettuata da Consob non si fermò solo ad accertare il "package deal", ossia la sussistenza di un accordo combinato sulle due Ansaldo, ma
mise in evidenza anche
indizi "non irragionevolmente considerati idonei a configurare un quadro concordante nel senso dell'avvenuto
travaso di valore".
Ad ogni modo, va anche ricordato che
contro Hitachi diede battaglia anche il Fondo Elliott, che portò la sua quota oltre il 30%,
ritenendo ancora "non concgruo" il prezzo migliorativo imposto da Consob. Braccio di ferro che si è chiuso solo lo scorso anno con un
accordo Hitachi-Elliott per la vendita dell'intero pacchetto ad un valore di 12,70 euro. Vendita che ha fatto scattare l'OPA totalitaria che porterà
Ansaldo STS al delisting dalla Borsa di milano mercoledì.