(Teleborsa) -
Altro giro, altra corsa per
Theresa May alle prese con un
nuovo round nel sempre più delicato match sulla
Brexit. Nella serata di ieri, infatti, ha ottenuto dai Comuni il mandato per
"tornare a Bruxelles" e cercare di ottenere dall'Ue nel giro di
due settimane, entro il
13 febbraio, ciò che non le è riuscito di portare a casa i
n due anni. La
Brexit dunque non si rinvia ma nel contempo avanza anche lo spettro di un
"No deal", la tanto temuta uscita di Londra dalla Ue senza accordo dunque catastrofica, perché di fatto la
Signora di Downing Street ha scelto di sfidare
l’Europa chiedendo di
rinegoziare l’accordo raggiunto lo scorso novembre non senza fatica. Anzi.
MAY SI INCHINA AI FALCHI - Un accordo che sarebbe non dissimile, appunto, da quello portato a casa - poi affondato a Westminster in sede di ratifica - purché
alleggerito dei vincoli del backstop sul confine aperto in Irlanda per renderlo digeribile a una maggioranza risicata di deputati con l'auspicato ritorno all'ovile dei f
alchi Tory brexiteers e dagli alleati unionisti nordirlandesi del Dup. TUSK LA GELA: "INTESA NON SI TOCCA" - Una mossa che però rischia di fare i famosi
conti senza l'oste. Vale a dire con l'atteggiamento dell'Ue, dove per ora ogni rinegoziazione sostanziale appare fuori questione. In attesa della ripresa dei contatti diretti con May, che Downing Street ha annunciato da subito, il presidente francese
Emmanuel Macron è il primo a rispondere picche. E dopo il voto ai Comuni tocca al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk chiarire:
"L'accordo raggiunto è e resta il migliore ed unico modo per assicurare una uscita ordinata della Gran Bretagna dall'Ue. Il backstop è parte di quell'accordo, che non è aperto a nuovi negoziati".La linea di confine è il
13 febbraio quando la May dovrà presentarsi
o con un nuovo accordo saltato fuori per miracolo o con una
dichiarazione di fallimento accompagnata da ulteriori proposte sul da farsi
Nel frattempo, è stato approvato un emendamento che
chiede di escludere il no deal: ma si tratta di un testo non vincolante per il governo, poco più di un'intenzione difficile da mettere in pratica.
Al momento, come ha ribadito
Macron, il no deal è una situazione
"che nessuno vuole, ma per la quale ci dobbiamo tutti preparare".