Facebook Pixel
Milano 17:35
33.939,75 -0,97%
Nasdaq 19:08
17.367,63 -0,91%
Dow Jones 19:08
37.998,75 -1,20%
Londra 17:35
8.078,86 +0,48%
Francoforte 17:35
17.917,28 -0,95%

Torna a crescere la ricchezza delle famiglie italiane

Gli italiani sono i meno indebitati in Europa; la casa è la principale fonte di investimento

Economia
Torna a crescere la ricchezza delle famiglie italiane
(Teleborsa) - Torna a crescere la ricchezza delle famiglie italiane che si confermano le più ricche e le meno indebitate d'Europa anche se la Germania è un passo dal primato.

Secondo uno studio elaborato da Istat e Banca d'Italia nel 2017 la ricchezza netta delle famiglie in Italia ha visto un aumento di 98 miliardi, +1% rispetto all'anno precedente, per un totale di 9.743 miliardi di euro, tornando con il segno positivo dopo tre anni in negativo.

Il primato della ricchezza pro capite delle famiglie italiane in Europa deriva da attività reali per 6.295 miliardi di euro (pari al 59% della ricchezza lorda) e attività inanziarie per 4.374 miliardi di euro, a fronte di 926 miliardi di passività finanziarie.

È ancora la casa la principale forma di investimento delle famiglie: con un valore di 5.246 miliardi di euro, le abitazioni hanno rappresentato la metà della ricchezza lorda.

Lo studio conferma anche la propensione a indebitarsi meno rispetto agli altri paesi europei, con un rapporto tra ricchezza e reddito di circa 8, "anche se nel periodo il divario si è notevolmente ridotto", fa notare lo studio, sottolineando come l'indicatore "è gradualmente sceso dal picco raggiunto nel 2013, con un andamento opposto a quello osservato per gli altri paesi"

Misurata in rapporto alla popolazione, invece, in Italia la ricchezza netta familiare è risultata superiore agli altri paesi nel 2008 e nel 2009; negli anni successivi si è mantenuta su valori stabili, mentre negli altri paesi è aumentata. Alla fine del 2017 il valore della ricchezza pro capite delle famiglie italiane si è collocato leggermente al di sopra di quello delle famiglie tedesche mentre nel 2006 il distacco era intorno ai 50.000 euro.
Condividi
```