(Teleborsa) - Smentendo le previsioni della vigilia i
populisti non sfondano in Olanda, primo Paese europeo assieme al Regno Unito ad andare al voto per eleggere i rappresentanti all'Europarlamento.
Secondo gli
exit poll delle 21:30, vince il partito laburista
PvdA di Frans Timmermans, uno degli spitzinkandidaten, che aspira a prendere il posto di Jean Claude Juncker alla guida della Commissione europea. Si attesta al primo posto con il 18% delle preferenze e
conquista 5 seggi (uno in più rispetto alle precedenti elezioni), superando sia il partito
liberal-democratico VVD, che fa capo al Premier
Mark Rutte, sia il partito populista di destra
FvD di Thierry Baudet, entrambi con
4 seggi. I
Verdi contano
3 seggi, mentre crolla il
PW di Geert Wilders che ne conquista
solo uno.
Cresce l'affluenza che si attesta al 41,2% contro il 37,3% delle elezioni del 2014.
Anche i britannici sono stati chiamati al voto, ma secondo la normativa inglese
l'esito non si saprà fino a domenica 26 maggio 2019. Delle consultazioni si ha alcuna indicazione, tranne il verificarsi di una
serie di errori nell'elenco dei votanti, molti dei quali non sono stati iscritti nelle liste elettorali.
Elezioni europee non particolarmente sentite in Gran Bretagna, che per la verità non avrebbe dovuto partecipare, visto che la data originaria per l'uscita dalla UE era fissata per il 29 marzo 2019 ed è stata più volte prorogata. Il Paese è letteralmente nel
caos a causa della
Brexit, più volte fallita, e delle
pressioni sulla Premier Theresa May, che sembrerebbe sul punto di
annunciare le dimissioni da leader dei conservatori e dalla carica di capo del governo.
Si chiude così la
prima tornata per le europee, iniziate ieri con le consultazioni nei Paesi Bassi ed in Regno Unito. Un primo test per valutare l'esito delle votazioni che chiameranno alle urne
427 milioni di cittadini per eleggere i 751 membri del nuovo Parlamento di Strasburgo.