(Teleborsa) - Un aumento importante per quanto riguarda i prezzi dell'oro negli ultimi due mesi,
guadagnando il 14%. I rialzi hanno seguito il calo dei rendimenti dei
Treasury e l'aumento della domanda per gli asset "sicuri", ma le
tensioni fra USA e Cina hanno innervosito i mercati, rafforzando così la domanda di asset "rifugio".
Il punto di vista di Nitesh
Shah, Direttore presso
WisdomTree, è quello che "il
mercato e l'Amministrazione Trump hanno forzato la mano della Federal Reserve per allentare la politica monetaria. La crisi dei mercati - continua - hanno influenzato le decisioni dell'Istituto Centrale che ha
cambiato direzione dopo il ribasso, ma le incertezze sul fronte commerciale hanno indotto la FED ad apportare un taglio ai tassi di tipo cautelativo". "Secondo le previsioni,
i prezzi dell'oro saliranno a 1.550 dollari l'oncia nel 2° trimestre del 2020, in aumento rispetto ai 1.500 dollari l'oncia di metà agosto 2019 inoltre - continua il Direttore - ci aspettiamo che l'inflazione si aggiri attorno all'1,8%. Anche se non pensiamo che all'orizzonte si stiano
profilando pressioni negative sui prezzi nell'immediato, un aumento dell'inflazione, anche minimo, non sarebbe coerente con i tagli ai tassi della FED".
"Attualmente - conclude l'economista - il posizionamento speculativo nel mercato dei future sull'oro è molto alto: 346mila contratti netti long, secondo i dati della
Commodity Futures Trading Commission (CFTC), una cifra vicinissima al picco storico registrato nel luglio del 2016".