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Lane (Bce), forte rallentamento Eurozona ma no recessioni: recupero in uno o due anni

Il capo economista a Repubblica: Fondo salva-Stati? Non è utile dire un Paese vince e l'altro perde

Economia
Lane (Bce), forte rallentamento Eurozona ma no recessioni: recupero in uno o due anni
(Teleborsa) - "Rispetto al 2017 c'è stato un forte rallentamento, ma nell'Eurozona non prevediamo recessioni. Il problema è che l'economia cresce meno velocemente di quanto sperassimo. È una dinamica deludente ma non negativa. Ci aspettiamo che ci saranno spinte per un recupero nel prossimo anno o due". Lo ha riferito Philip Lane, capo economista della Bce, in un'intervista a Repubblica, sottolineando che "i governi hanno molte opportunità in questo contesto perché le loro scelte peseranno molto".

Secondo Lane, infatti, non bisogna basarsi solo sulla flessibilità sul deficit ma servono riforme strutturali altrimenti l'Europa rischia di fermarsi. "E' riduttivo considerare solo il disavanzo. Sappiamo che per alcune scelte ci vogliono anni. L'atteggiamento del governo verso l'istruzione, le condizioni migliori per fare affari, il sistema giudiziario, il mercato del lavoro, il modo in cui si occupa dell'invecchiamento della popolazione. È lì che bisognerebbe concentrare molti più sforzi", ha detto.

Lane ha quindi riferito che la Bce non ha esaurito gli strumenti di politica monetaria a sua disposizione. "Non siamo al limite: se c'è bisogno di fare di più, faremo di più. Però - ha precisato - se l'economia fosse più robusta, la situazione sarebbe meno difficile. Abbiamo parlato del ruolo delle riforme che possono spingere l`economia. Ma è anche ovvio che chi ha margini fiscali per farlo, soprattutto in un contesto di rallentamento della crescita, può fare di più anche attraverso politiche fiscali".

A proposito dell'attuale dibattito sul fondo salva-Stati, secondo Lane non è "utile dire che un Paese vince e l'altro perde. E dobbiamo riconoscere tutti che il debito del fondo salva-Stati Esm è stato interamente rimborsato. Allo stesso tempo c'era il rischio di subire delle perdite. In altre parole, la creazione dell`Esm è stato un atto molto importante di solidarietà, un segnale che i Paesi si aiutano l'un l'altro, nel caso di necessità". Per il capo economista, quindi, "è ragionevole e importante riconoscere che la solidarietà c'è e che include la volontà di condividere i rischi il fatto che i Paesi più forti abbiano accettato di proteggere quelli più vulnerabili è stato un gesto importante e rischioso. E ha avuto successo". Tuttavia, ha precisato, "il pacchetto di settembre ha i suoi pro e contro, e non è stato deciso all`unanimità. Ma sono passati due mesi. Quella decisione è stata presa e bisogna guardare avanti".

Per il capo economista, infine, ci sono margini per negoziare il completamento dell'unione bancaria. "Penso ci siano margini per negoziare. Ci sono preoccupazioni fondate nella proposta tedesca, ma non vedo linee rosse. Ci sono i margini per trattare e per trovare un compromesso. I rischi si sono ridotti. I crediti inesigibili sono diminuiti. C`è una stabilità crescente in Europa, e le condizioni - ha concluso - ora sono molto più propizie a un negoziato rispetto a qualche anno fa, quando i timori sui rischi erano molto maggiori".

(Foto: Jess47200)
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