(Teleborsa) -
Al via una nuova linea di ricerca
ENEA che punta a rendere
le batterie litio-zolfo un prodotto
competitivo per
costi di produzione e prestazioni, rispetto a quelle
litio-ione. I
nuovi accumulatori, infatti, promettono di essere
più economici (lo zolfo è un sottoprodotto dell’industria petrolifera), di
pesare meno e, a
parità di peso, di potere immagazzinare
quasi il doppio dell’energia (300 Wh/kg). Il
mercato aerospaziale potrebbe trovare notevoli benefici da
queste nuove batterie, in particolare per
droni e aeromobili che richiedono accumulatori sempre più
potenti, leggeri e con grandi capacità di stoccaggio.Obiettivo della ricerca sarà quello di affrontare la
maggiore criticità che finora ha frenato l’arrivo sul mercato delle batterie litio-zolfo, ossia
la ridotta vita ciclica: infatti durante il processo di scarica, lo
zolfo, che costituisce il catodo, produce composti intermedi (i polisolfuri di litio) che risultano solubili nell’elettrolita, con il risultato che il c
atodo, con il passare del tempo, finisce letteralmente per disciogliersi nell’elettrolita stesso. “Questo fenomeno innesca un processo ciclico che porta a
consumare corrente senza che si abbia accumulo di energia e provoca una perdita irreversibile del materiale attivo (zolfo), una rapida diminuzione della capacità specifica con il progredire del numero dei cicli e una ridotta reversibilità
tra il processo di carica e scarica”, spiega la ricercatrice
Mariasole Di Carli del laboratorio ENEA di "Sviluppo Processi Chimici e Termofluidodinamici per l’Energia".
La chiave per aumentare la
reversibilità della reazione di conversione, ossia il numero di cicli di carica e scarica delle batterie litio-zolfo, potrebbe risiedere
nell’utilizzo all’anodo di nanoparticelle di materiale carbonioso. Per via della loro elevata area superficiale, queste particelle riescono a intrappolare i polisolfuri di litio, quei composti dannosi per il corretto funzionamento della batteria in quanto provocano una notevole riduzione delle prestazioni.
“Nei nostri laboratori
sintetizzeremo nanomateriali a base carboniosa adatti a essere utilizzati nelle batterie litio-zolfo, studieremo soluzioni elettrolitiche capaci di trasportare efficacemente ioni di litio e investigheremo l’interazione tra gli elettrodi (anodo e catodo) e l’elettrolita e il comportamento delle celle litio-zolfo complete. In questo modo riusciremo a raggiungere la piena comprensione dei fattori che
determinano la chimica di queste batterie innovative”, afferma l’esperto ENEA di accumulo elettrochimico
Pier Paolo Prosini.