(Teleborsa) - S
ette scali ferroviari dismessi, trasformati in altrettante
nuove aree urbane dedicate a
verde, innovazione, social housing e sviluppo della natura della città di
Milano. L'incontro pubblico, organizzato da
FS Sistemi Urbani col patrocinio di
Regione Lombardia, ha visto la partecipazione del
Presidente Attilio Fontana, del
Sindaco di Milano Giuseppe Sala e dell'
Assessore Pierfrancesco Maran. I risultati sono stati presentati dal
Presidente di FS Sistemi Urbani Carlo de Vito e dall'
AD Umberto Lebruto.
Focus dell'incontro, i risultati dell’
Accordo di programma, sottoscritto nel 2017 da Comune di Milano, Regione Lombardia, FS Italiane, con RFI e FS Sistemi Urbani, e Savills Investment Management Sgr, per la
riqualificazione dei sette scali ferroviari dismessi del capoluogo lombardo:
Farini, Porta Romana, Porta Genova, Greco-Breda, Lambrate, Rogoredo, San Cristoforo. Sette ex scali ferroviari che insieme occupano una superficie di
1 milione e 250 mila metri quadrati, il 65% dei quali saranno destinati ad aree verdi. Si tratta di spazi che un tempo erano appunto destinati alla gestione del traffico ferroviario merci, e che con il cambiamento delle esigenze di trasporto, sono inutilizzati ormai da qualche decina di anni.
Questi spazi avrebbero potuto facilmente prestarsi alla tanto diffusa “speculazione edilizia”. Il
Comune di Milano ha invece scelto di spingere su
qualità e innovazione, anche in vista delle
Olimpiadi 2026. Sarà infatti lo scalo di
Porta Romana a ospitare il
Villaggio Olimpico, la cui costruzione è stata inserita nel bando di vendita. È questo infatti il luogo che costituisce la vera sfida per la città e per il Gruppo Ferrovie dello Stato, essendo uno
snodo nevralgico nello sviluppo della città, in un vicino futuro, ma anche molto impegnativo da un punto di vista costruttivo. Chi acquisterà lo scalo di Porta Romana avrà quindi l'onere di costruire il Villaggio che
ospiterà’ i partecipanti ai Giochi, l'onore di contribuire alla creazione della nuova veste di Milano dopo
undici anni dalla "rivoluzione" Expo. E l'opportunità di investire in
un'area di 216 mila mq che, complice la nuova torre
A2A e la fondazione Prada nelle vicinanze, è sicuramente estremamente
appetibile da un punto di vista immobiliare. Anche se il Villaggio Olimpico dovrebbe essere
convertito in social housing e residenze universitarie.
Come per tutti gli altri scali,
l'assessore Maran ha promesso che
il 65% delle rispettive superfici delle ex infrastrutture ferroviarie sarà
destinata ad aree verdi, mentre le aree edificabili saranno destinate anche a social housing ed edilizia convenzionata. L’obiettivo, sostiene l'assessore, è quello di ricucire e connettere tutta la cittadinanza a prescindere dalla capacità economica.
Il
file rouge che unisce i sette scali dismessi milanesi è
integrazione e sostenibilità: lo scalo
Farini ospiterà un
parco da 25 ettari, lo scalo
Greco Breda sarà la sede del primo progetto di
housing sociale a impatto zero, mentre gli scali di
Lambrate, Rogoredo e Porta Genova seguiranno le
direttive green già stabilite dal Comune. Per quest'ultimo il masterplan è ancora in stesura.
Il piano del Comune è ambizioso e il supporto di FS Sistemi Urbani attivo e puntuale. Resta ora da vedere quale sarà il vero impatto di questi interventi sulla qualità effettiva della città, e in particolare sul mercato immobiliare.