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Commercio estero, raddoppia l'export extra UE nel 2019

Lo rileva l'Istat che cita dinamiche nettamente differenziate nell'ambito dei principali mercati di sbocco

Economia, Macroeconomia
Commercio estero, raddoppia l'export extra UE nel 2019
(Teleborsa) - Nonostante le flessioni congiunturali registrate a dicembre e a novembre 2019, la dinamica delle esportazioni verso i paesi extra UE si mantiene positiva nel confronto con l'ultimo trimestre dell’anno rispetto al precedente. Nel complesso il 2019 si chiude con un’ampia crescita dell’export (+3,8%), più che raddoppiata rispetto a quella registrata nel 2018 (+1,7%). Questo risultato - spiega l'Istat - riflette "dinamiche nettamente differenziate nell'ambito dei principali mercati di sbocco: gli Stati Uniti e la Svizzera, i cui tassi di crescita si ampliano rispetto al 2018, registrano insieme al Giappone incrementi superiori alla media; paesi OPEC e Turchia mostrano le contrazioni più ampie; in flessione anche paesi MERCOSUR, Medio Oriente e Cina".

L'Istituto di statistica stima a dicembre, per entrambi i flussi commerciali da e verso i paesi extra UE, una diminuzione congiunturale, più ampia per le importazioni (-1,8%) rispetto alle esportazioni (-0,9%).

La flessione congiunturale dell’export riguarda l’energia (-12,8%) e i beni di consumo non durevoli (-4,4%). I beni di consumo durevoli (+2,4%), i beni intermedi (+1,3%) e i beni strumentali (+1,1%) registrano invece un aumento. Dal lato dell’import, si rilevano cali congiunturali per i beni strumentali (-4,9%), i beni di consumo non durevoli (-3,5%) e i beni intermedi (-1,3%), mentre sono in aumento gli acquisti di beni di consumo durevoli (+1,1%) ed energia (+0,9%).

Nell'ultimo trimestre mobile (ottobre-dicembre 2019), la dinamica congiunturale delle esportazioni verso i paesi extra Ue risulta positiva (+1,8%) ed è trainata dal marcato aumento dei beni strumentali (+7,2%) mentre i restanti raggruppamenti principali di industrie sono in diminuzione. Nello stesso periodo, per le importazioni, si rileva un ampio calo congiunturale (-4,4%), imputabile principalmente a energia (-8,2%), beni strumentali (-4,2%) e beni intermedi (-4,0%). Gli acquisti di beni di consumo durevoli sono invece in aumento (+4,1%).

A dicembre, le esportazioni sono in marcato aumento su base annua (+5,2%). L’aumento è rilevante per i beni di consumo non durevoli (+10,5%) e beni intermedi (+7,1%). Diversamente, le importazioni registrano un’ampia flessione tendenziale (-5,9%) cui contribuiscono quasi tutti i raggruppamenti principali di industrie e, in particolare, l’energia (-13,9%).

Il surplus commerciale a dicembre 2019 è stimato pari a +5.770 milioni, in aumento rispetto a +4.105 milioni di dicembre 2018. Cresce l’avanzo nell'interscambio di prodotti non energetici (da +69.169 milioni per il 2018 a +75.575 milioni per il 2019).

Sempre a dicembre l’export verso Giappone (+22,2%), Cina (+21,3%), Svizzera (+19,3%) e Turchia (+18,2%) è in forte aumento su base annua. In diminuzione, le vendite di beni verso Stati Uniti (-7,7%), India (-4,5%) e paesi OPEC (-3,7%).

Gli acquisti da Russia (-26,5%), paesi MERCOSUR (-23,6%), paesi OPEC (-20,6%), Stati Uniti (-10,5%) e Cina (-7,6%) registrano flessioni tendenziali molto più ampie della media delle importazioni dai paesi extra Ue. In aumento gli acquisti da Turchia (+16,1%) e paesi ASEAN (+5%).
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