(Teleborsa) - Secondo
Assomusica, l'associazione degli organizzatori e produttori di spettacoli di Musica dal vivo, ono già andati in fumo
10,5 milioni di euro di mancati incassi per la cancellazione dei concerti previsti a seguito delle disposizioni adottate dal Governo e da alcune Regioni per cercare di contenere il contagio da Coronavirus.
"La vendita dei biglietti si è completamente fermata, non solo nelle Regioni dove sussiste l’emergenza, ma a livello nazionale, a causa della situazione di panico dilagante. Ad oggi, per un primo periodo, si stima una perdita di circa
10,5 milioni di euro per i soli
spettacoli di musica (dati elaborati da Assomusica su stime fornite da TicketOne, ndr). Si stima inoltre una conseguente ricaduta di
almeno 20 milioni di euro sulle città che avrebbero dovuto ospitare gli eventi" - dichiara il Presidente di Assomusica, Vincenzo
Spera. "È evidente che quello della musica dal vivo
sia uno dei settori più deboli sotto questo punto di vista, perché non dispone di alcun tipo di contribuzione e si trova a dover fronteggiare tutta una serie di difficoltà che gli altri settori dello spettacolo non hanno. Abbiamo scritto al Presidente del Consiglio e ai Ministri interessati per sottolineare la gravità della situazione, dato che rappresentiamo uno dei settori più colpiti dalla presente emergenza e constatiamo che non ci sono ancora strumenti che
sembrano tener conto della nostra realtà", prosegue.
"Il
rischio, in particolare, è che molte delle società e dei promoter attivi soprattutto sui territori locali e regionali subiscano un rapido crollo. Teniamo presente, inoltre, che la musica popolare contemporanea è uno dei maggiori veicoli di ricaduta economica nel nostro Paese per quanto riguarda il turismo e le realtà alberghiere e di ristorazione. Basti pensare che ogni anno portiamo a Milano oltre 1 milione di persone da fuori regione, per passare ai
500 mila spettatori che arrivano ogni anno a Verona e così via nelle varie realtà".