(Teleborsa) -
L'emergenza coronavirus si fa sentire sulle aspettative delle imprese dell'Eurozona a marzo, dopo che l'epidemia ha investito l'Italia e poi progressivamente il resto d'Europa. Lo confermano le l
etture preliminari degli PMI per ora risentono soprattutto del peggioramento del
terziario, mentre tiene meglio la
manifattura, in un primo tempo meno interessata dai
provvedimenti di lockdown.
Dalla lettura dei dati preliminari ‘flash’, l’Indice IHS Markit
PMI Composito dell’Eurozona a marzo è scivolato a
31,4 punti dai 51,6 di febbraio e risulta sotto le attese (38,8 punti). Il
PMI Manifatturiero è sceso molto poco a
44,8 punti da 49,2, risultando ben oltre le previsioni degli analisti (39 punti). E' importante invece la frenata del
PMI dei servizi, il più colpito nella prima fase dell'epidemia, che si porta a
28,4 punti dai 52,6 punti precedenti, molto al di sotto del consensus di 39 punti.
Fra le maggiori economie europee, la
Germania mostra un peggioramento del PMI composito a 37,2 punti da 50,7 (consensus 40,6), grazie al calo del PMI manifatturiero a 45,7 da 48 ed ancor più dei servizi a 34,5 da 52,5. In
Francia il PMI composito è sceso a 30,2 da 52 (consensus 39,8) con i servizi a 29 punti da 52,5 e la manifattura a 42,9 da 49,8.
Il mese di marzo è stato dunque caratterizzato da un
crollo senza precedenti di tutti gli indicatori. Anche le
aspettative future hanno indicato un
notevole deterioramento, scendendo a minimi mai registrati ed indicando un valore di pessimismo record sulle aspettative economiche per il prossimo anno sia nel manifatturiero che nel terziario. Il crollo senza precedenti della domanda e dell’ottimismo hanno sollecitato il
maggiore taglio occupazionale mensile da luglio 2009. Il settore terziario ha indicato il tasso più pesante di tagli di posti di lavoro da maggio 2009, mentre il manifatturiero quello peggiore da luglio 2012.
"Il PMI di marzo è indicativo di un
forte crollo del PIL trimestrale di circa il 2%, ed è chiaramente possibile che tale contrazione si intensifichi maggiormente poiché, nei prossimi mesi, potrebbero essere probabilmente implementate misure ancora più drastiche, sottolinea
Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit.