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Recovery Fund, Castelli: "Investiremo i 100 miliardi in turismo e ristorazione"

A settembre i primi finanziamenti. Per il viceministro dell'Economia "l'Italia non ha bisogno del Mes"

Economia
Recovery Fund, Castelli: "Investiremo i 100 miliardi in turismo e ristorazione"
(Teleborsa) - "Cento miliardi, senza necessità di rimborso, non sono poca cosa. Ma la tempistica è tutto". Per il viceministro dell'Economia Laura Castelli i possibili fondi del Recovery Fund devono arrivare, almeno in parte, per settembre "in tempo per la prossima legge di Bilancio". In un'intervista a Repubblica Castelli definisce l'accordo raggiunto da Francia e Germania "un ottimo punto di partenza" pur confidando in una proposta della Commissione "ancora più ambiziosa" che aggiunga ai 500 miliardi "una nuova linea di credito".

Tra i primi ambiti su cui intervenire, per Castelli, c'è il turismo che con tutta la filiera della ristorazione è "il settore più colpito". Seguono "quello degli eventi e della congressistica, settori sui quali l'Italia ha puntato per la destagionalizzazione". Per far fronte alle difficoltà, il viceministro ha annunciato "un piano straordinario di promozione del turismo e del Made in Italy, a livello mondiale". Resta invece l'opposizione al Mes che, secondo Castelli, "non è lo strumento di cui ha bisogno l'Italia".

I soldi del Recovery Fund – spiega il viceministro – "saranno necessari per accompagnare chi ha più difficoltà ad uscire dalla crisi", come "i Comuni, i piccoli commercianti, gli ambulanti e le persone sotto la soglia di povertà". C'è, poi, da fare – aggiunge – "la riforma storica del fisco, per ridurre la pressione fiscale. Senza dimenticare un intervento di riduzione del cuneo lato impresa, avvicinandosi così al salario minimo e a modelli di riduzione dell'orario di lavoro". Per Castelli serve un salto di qualità. "Il viceministro Cancelleri – sottolinea – sta lavorando a una norma che si ispira al modello Genova. Noi possiamo sbloccare, ma poi dobbiamo fare in modo che le aziende che vincono le gare abbiano i requisiti e la solidità per realizzare le opere". Nel dettaglio – precisa Castelli – si pensa a un "intervento normativo per un più ampio e automatico utilizzo delle banche dati delle Agenzie fiscali, dell'Inps e della Giustizia per disabilitare preventivamente le imprese non in regola". Una sorta di "cassetto digitale degli operatori economici".

Rispetto al prestito alla Fca, per Castelli vanno supportate le aziende che hanno la loro produzione in Italia, che qui pianificano investimenti e garantiscono il livello occupazionali. "Sono certa – afferma – che dal prestito Fca il nostro Paese trarrà solo benefici". A livello europeo invece si lavora per "ridurre il dumping fiscale e occupazionale" e per attrarre la produzione nel Paese.



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