(Teleborsa) - Salgono di
oltre 1 milione i nuovi poveri che hanno bisogno di
aiuto anche per mangiare per effetto della
crisi economica e sociale provocata dall'
emergenzacOVID-19 e dalla conseguente perdita di opportunità di lavoro.
È quanto emerge da
una analisi della Coldiretti a tre mesi dall'inizio della pandemia con il primo caso ufficiale di Covid-19 individuato a Codogno il 21 febbraio, sulla base delle
persone che da allora hanno
beneficiato di aiuti alimentari con i fondi Fead distribuiti da associazioni come
la Caritas ed il Banco Alimentare che registrano un
aumento anche del 40% delle richieste di aiuto.
Fra i nuovi poveri – ha sottolineato la Coldiretti - ci sono
coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie.
Una fascia di nuovi indigenti che fa salire a 3,7 milioni il numero totale di persone che in Italia in questo momento hanno bisogno di aiuto per mangiare. Le situazioni di difficoltà sono diffuse lungo tutta la Penisola ma le
maggiori criticità - ha precisato l'Associazione – si registrano nel
Mezzogiorno con il
20% degli indigenti che si trova in
Campania, il 14% in Calabria e l'11% in Sicilia ma situazione diffuse di bisogno alimentare si rilevano anche nel Lazio (10%) e nella Lombardia (9%) dove più duramente ha colpito l'emergenza sanitaria, secondo gli ultimi dati Fead.
E tra questi – ha stimato la Coldiretti -
ci sono anche 700mila i bambini di età inferiore ai 15 anni che hanno bisogno di aiuto per bere il latte o mangiare con l'aggravarsi della crisi tra le famiglie e la chiusura delle mense scolastiche che per molti rappresentavano una occasione per un pasto caldo garantito.