(Teleborsa) -
Tregua armata sul dossier
Ex-Ilva che, nelle ultime ore, è tornato sotto i
riflettori dopo che i Sindacati avevano denunciato
"un silenzio assordante e inaccettabile" da parte del Governo.
E' terminato con
"pallide aperture da parte dell'azienda", l'incontro di oggi al
MiSE fra l'a.d. di Arcelor Mittal Italia
Lucia Morselli e i rappresentanti di
Fim, Fiom e Uilm di
Taranto. Ad inizio settimana i dipendenti erano scesi per le
strade bloccando il traffico e la circolazione in ingresso ed uscita delle merci, coinvolgendo poi nell'agitazione anche i l
avoratori dell'indotto.
Alla base della
mobilitazione, non sono soltanto le
incertezze legate alla gestione dei turni e dell'occupazione, ma anche
l'incuria denunciata dagli stessi rispetto alla
sicurezza delle strutture. Stando a quanto è stato comunicato, l'azienda avrebbe accettato il principio della
"rotazione" dei dipendenti sugli impianti (e non di far lavorare solo alcuni creando diseguaglianze di stipendio) e si sarebbe resa disponibile a verificare con le Rsu (le riunioni partiranno da domani) il
rispetto degli impegni della manutenzione delle diverse linee di produzione. Sospeso, dunque, lo s
ciopero proclamato e, al contempo,
confermato l'incontro di lunedì a Roma, al
MiSE, tra le Segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm e il Ministro
Stefano Patuanelli.USB ABBANDONA TAVOLO -
Insoddisfatto dell'incontro di oggi il Coordinatore provinciale di
USB (Unione Sindacati di Base) Francesco Rizzo: "
Non ci sono piú assolutamente le condizioni - sottolinea- per portare avanti questa storia. I
naccettabile mancanza di rispetto da parte dell'amministratore delegato di ArcelorMittal,
Lucia Morselli. Pochi minuti sono bastati per arrivare alla solita conclusione:
non vi è da parte della multinazionale la minima considerazione. L'Usb, dunque, chiude la porta e ribadisce "le numerose
mancanze: disattesi tutti gli impegni - sostiene il sindacato - sotto ogni punto di vista, scelta del personale da assumere fatta in maniera unilaterale, numero unità lavorative assunte inferiore a quello stabilito, assenza di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria con le ovvie conseguenze per quel che riguarda la sicurezza in fabbrica, abuso della cassa integrazione.
Crediamo che sia stato superato di gran lunga il
limite. ArcelorMittal deve andare via".