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Recovery Fund, EY: "Investire nella Data Economy: potenziale di 50 miliardi"

Secondo i dati emersi dall'Ey Capri Digital Summit in Italia il digitale potrebbe valere il 2,8% del PIL

Economia
Recovery Fund, EY: "Investire nella Data Economy: potenziale di 50 miliardi"
(Teleborsa) - Almeno 50 miliardi di euro, il 2,8% del PIL. Questo, secondo i dati emersi dalla seconda e ultima giornata dell'EY Capri Digital Summit "A New Brave World", il valore stimato della data economy per l'Italia. Attualmente, tuttavia, il nostro Paese sfrutta circa un 10% del potenziale dei dati che produce.

Nonostante la crisi sanitaria Covid-19 abbia impresso un'accelerazione in tale campo, sul fronte della digitalizzazione il nostro Paese presenta ancora un consistente gap rispetto al resto dell'Europa. Per tale ragione – questo il messaggio che arriva dal Summit EY – è arrivato il momento per l'Italia di cavalcare le sfide per la transizione digitale del Paese.

In tale scenario il Med Consulting and People Advisory Services Leader di EY, Donato Ferri, ha sottolineato come sia "prioritario fare investimenti mirati, sfruttando anche le opportunità offerte dal Recovery Fund, per accelerare l'evoluzione e l'estensione delle infrastrutture digitali e per accrescere la cultura tecnologica". Una sfida che le imprese sono pronte a cogliere. "Nel 2021 il digital divide si chiuderà e accelereremo sul 5G" ha affermato l'amministratore delegato di Tim, Luigi Gubitosi, spiegando che "il prossimo sarà l'anno del cloud e di un grandissimo sforzo sull'Iot (Internet delle cose ndr)" e auspicando che il digitale diventi "virale per tutti gli altri settori".

Sulla stessa linea la ceo di Open Fiber, Elisabetta Ripa che ha anticipato un'accelerazione del piano, "arrivato sostanzialmente alla metà", per raggiungere con la rete in fibra ottica 20 milioni di abitazioni.

In campo anche Microsoft che, come annunciato lo scorso maggio, in Italia sta portando avanti un piano di investimenti da 1,5 miliardi. "La risposta è stata molto positiva – ha affermato la ceo di Microsoft Italia, Silvia Candiani –. Abbiamo formato lo scorso anno 500 mila persone".

"Sull'infrastruttura l'Italia ha un piano ben definito, deve avere lo stesso piano anche nella rivoluzione culturale che accompagnerà la rivoluzione digitale" ha evidenziato il ceo di Fastweb, Alberto Calcagno per il quale l'attenzione "va puntata sulla formazione".

Da parte dell'ad Servizi di Pagamento, Mobile e Digitale di Poste Italiane, Marco Siracusano, è stata, inoltre, sottolineata l'importanza di "creare servizi digitali facili, semplici e di adozione da grande parte della popolazione".

Un contesto, quello della digitalizzazione, che abbraccia anche il settore della Difesa. Nel suo intervento il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha, infatti, parlato dell'importanza degli investimenti in campo militare affermando che "spesso il mondo della Difesa anticipa dal punto di vista della Ricerca e della definizione di soluzioni ciò che poi transita nel mondo civile".

Sfide non impossibili per il direttore generale della Banca d'Italia, Daniele Franco che ha rimarcato la capacità dell'Italia di reinventarsi. "Nel 900 – ha spiegato Franco – lo abbiamo fatto due volte con tassi di crescita assolutamente impensabili fino a qualche anno prima".

(Foto: Christophe Maout - © Unione Europea)
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