(Teleborsa) - Il 2020, anno della pandemia di coronavirus, sarà ricordato come un anno drammatico dal
settore aeroportuale, che accusa
l'impatto della crisi sanitaria, con un traffico di appena un quarto rispetto al periodo pre-Covid, quando - vale la pena ricordarlo - il settore del trasporto aereo guardava al futuro con grande ottimismo ed un solo problema, gli investimenti per ampliare la capacità.
Il consueto report annuale di
Assaeroporti certifica una situazione ormai ben nota: gli aeroporti italiani chiudono il 2020 con
53 milioni di passeggeri a fronte dei 193 milioni del 2019, dopo aver perso nel 2020 140 milioni di passeggeri, pari ad un
calo del 72,6%. Forte anche la contrazione dei
movimenti aerei (-57,2%), mentre il
traffico cargo limita il calo ad un
-23,7% grazie al boom dell'eCommerce ed al ruolo chiave svolto dal trasporto merci durante la pandemia, per consentire la distribuzione in tutte le aree geografiche del Paese di dispositivi e apparecchiature mediche.
"I risultati del 2020 confermano le fosche previsioni di un anno disastroso per gli scali aeroportuali italiani", commenta il
Presidente di Assaeroporti Fabrizio Palenzona, ricordando che "il Governo si è mosso su sollecitazione di Assaeroporti", sia sul fronte dei
ristori che in materia di
ammortizzatori sociali, e la Ministra De Micheli si è mostrata "un’interlocutrice attenta e sensibile".
"La situazione rimane però pesantissima", sottolinea Palenzona, citando gli "importanti investimenti" per la sicurezza sostenuti dai gestori. Ora occorre "accelerare" sui ristori e prorogare la CIG "per tutelare i livelli occupazionali" - conclude- oltre a
non perdere "le opportunità offerte dal Recovery Fund, tenuto conto che gli aeroporti sono strategici per la ripresa dell’economia, del turismo e per la connettività del Paese".
Passeggeri: traffico internazionale più penalizzato
Secondo i dati elaborati da Assaeroporti, la pandemia da Covid-19 e le conseguenti restrizioni alla libera circolazione hanno
disincentivato al volo 7 passeggeri su 10 e, ad essere maggiormente penalizzate, sono state le
destinazioni extra-UE, che segnano un
-81,2%.
Altrettanto netto il calo del traffico
UE -77,5%, mentre appare più contenuto, ma comunque significativo, quello dei voli
domestici con un
-61,3%. Le rotte nazionali, che nel 2019 rappresentavano il 33% del traffico complessivo, hanno raggiunto un peso di circa il 50%.
Minata la connettività aerea. Recupero non prima del 2026L'impatto sconvolgente della pandemia si è sentito anche in termini di
connettività aerea, vale a dire il numero di rotte disponibili e la frequenza dei collegamenti di un Paese con il resto del mondo.
I dati diffusi da
ACI Europe nell’Airport Industry Connectivity Report 2020 indicano che in Europa gli indici di connettività hanno registrato una contrazione superiore a quella del traffico passeggeri.
In Italia, fra aprile a settembre 2020, la connettività aerea si è
ridotta di quasi il 90% rispetto al 2019.
Le più recenti stime di
Eurocontrol, inoltre, indicano che lo scenario maggiormente realistico colloca nel
2026 il pieno recupero dei volumi di traffico registrati nel 2019.