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Crisi Governo, seconda giornata di consultazioni. Fico salirà al Colle pomeriggio

La strada è tutta in salita: braccio di ferro fra Iv che chiede il MES e M5S che rilancia su reddito cittadinanza, salario minimo e riforma elettorale

Politica
Crisi Governo, seconda giornata di consultazioni. Fico salirà al Colle pomeriggio
(Teleborsa) - Seconda ed ultima giornata di consultazioni per risolvere la crisi di Governo. Il Presidente della Camera, Roberto Fico riavvierà oggi alle 9 il dibattito con i gruppi parlamentari, nel tentativo di trovare la quadra per un Conte Ter partendo da programmi e squadra. Quattro ore di tempo per raggiungere un compromesso non facile, alla luce dell'esito della prima giornata, prima di salire al Quirinale nel pomeriggio per dare un'indicazione "chiara" sulla possibilità di formare un nuovo esecutivo. Unico paletto posto dal Capo dello Stato Sergio Mattarella la continuità d'azione di ministeri chiave per l'emergenza Covid (Salute) e per il Recovery (Economia).

La prima giornata di consultazioni ha sottolineato tutti i limiti di un negoziato che, al momento, sembra tutto in salita. Il leader IV Matteo Renzi, che spinge per arrivare ad un nuovo esecutivo entro la fine di questa settimana, ha rilanciato sul MES o perlomeno sul mini-MES, un tema fortemente osteggiato dal M5S, che non è disposto a trattare. In più, la proposta di una bicamerale per portare avanti le riforme guidata dall'opposizione.

I Cinquestelle, dal canto loro, hanno rilanciato con alcuni cavalli di battaglia: dal reddito di cittadinanza al salario minimo,senza tralasciare una riforma elettorale che contempli il meccanismo delle preferenze.

Altro elemento di scontro la composizione della squadra di governo, che probabilmente sarà al centro del dibattito di questa mattina, con Italia Viva che potrebbe chiedere qualche Ministero più pesante.

"Al tavolo con il Presidente Fico ed i capigruppo non sono mai stati affrontati i temi degli organigrammi e delle strutture ministeriali", hanno fatto sapere ieri fonti parlamentari del Pd. Notizia confermata da Renzi che afferma "non abbiamo parlato di nomi e nemmeno di numeri" e chiede di "evitare lo spacchettamento dei ministeri solo per accontentare più persone".


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