(Teleborsa) - Lo sviluppo del
digitale, la banda ultralarga, il progetto
rete unica ed il
5G, sono fra i temi caldissimi del nuovo
Governo Draghi, appena insediatosi, che dovrà dare un'impronta al
Recovery Plan, distribuendo le risorse fra le varie missioni. La creazione di un Ministero per la Trasformazione Digitale la dice lunga sulle priorità dell'ex Presidente della BCE, che sarà soggetto attuatore sul terreno nazionale del
Next Generation EU della Commissione europea.
Il tema dello sviluppo del digitale, sia sotto il profilo delle
competenze che su quello delle
infrastrutture, presuppone la definizione di due ordini di problemi: le
risorse ed i
progetti.
Le
risorse messe a punto dal Governo Conte - circa
4,2 miliardi di euro - sono sembrate agli operatori del settore alquanto
scarse per dare impulso ad una vera e propria transizione digitale, se si sottraggono la parte dedicata al monitoraggio satellitare (900 milioni), la quota riservata ai voucher connettività (1,1 miliardi) ed anche la parte già stanziata per la copertura delle cosiddette aree grigie e bianche (1,1 miliardi). La
cifra residua, pari a 1,1 miliardi - ha denunciato Asstel - copre
appena lo 0,5% delle risorse del Recovery Plan ed andrà certamente rivista.
L'altro tema portante saranno i
progetti e quindi lo sviluppo della rete infrastrutturale. In questo quadro rientra la
diffusione del 5G, già ampiamente sperimentata con largo successo a Milano, e poi il tema di grande attualità della
Rete Unica, che il Governo Conte ha "cullato" e caldeggiato. I colloqui fra gli operatori sembrano essersi arenati negli ultimi mesi, in parallelo alla crisi di governo, ma il tema sembra destinato a riemergere con il nuovo esecutivo targato Draghi.
Il binomio
Giorgetti al MISE e
Colao alla Transizione digitale, entrambi fautori dello sviluppo della rete infrastrutturale, assicura che questo governo farà di tutto per portare la banda ultralarga in tutta Italia a parità di condizioni e parità di accesso alla rete. Un
regista come Mario Draghi, europeista convinto, assicurerà poi la
compatibilità di qualsiasi soluzione
con le politiche ed i regolamenti europei, sia sotto il profilo della concorrenza che sotto il profilo del Codice europeo.
Il dibattito degli ultimi giorni alimentato dalle parole della
Commissaria europea Margrethe Vestager, ad oggi, sembra un puro esercizio verbale, avendo la titolare alla concorrenza semplicemente affermato che ad oggi
non c'è alcuna operazione su cui la Commissione può esprimersi. E d'altronde, Bruxelles è sempre ben attenta a
non creare pregiudizi su qualsiasi potenziale sviluppo del mercato e della concorrenza.
Le Tlc sono una partita ancora tutta da giocare, dunque, sia sul fronte risorse che sulle infrastrutture, senza dimenticare il tema delle competenze, su cui l'Italia è veramente molto indietro.