(Teleborsa) - I ministri delle Finanze e governatori delle Banche Centrali dei Paesi del
G20 "concordano sulla necessità di
coordinamento" delle risposte alla crisi e sul fatto che "il
multilateralismo è più importante che mai". Lo ha riferito il ministro dell'Economia
Daniele Franco nella conferenza stampa al termine del
G20 delle Finanze. La ripresa economica globale, infatti, "resta fragile e diseguale tra Paesi" e "va evitato qualunque ritiro prematuro degli aiuti", ha aggiunto.
Il giudizio del ministro italiano sulla riunione di oggi è comunque più che positivo: "scambio molto produttivo". È opinione comune dei partecipanti al meeting infatti che, "nonostante gli sforzi messi in campo, le condizioni sanitarie ed economiche restano impegnative e dobbiamo monitorare la situazione e, se servisse,
rilanciare gli
sforzi", ha spiegato. Uno dei temi maggiormente condivisi al G20 delle finanze di oggi è che "la
pandemia ha allargato le
disuguaglianze, sia tra i Paesi sia all'interno dei paesi", una dinamica che "va invertita il più rapidamente possibile", ha sottolineato Franco, evidenziando la necessità di intervenire in supporto "di chi ha sofferto di più: giovani e lavoratori a basso reddito".
Il ministro italiano ha sottolineato che la crisi pandemica sta allargando i divari tra Paesi soprattutto sulla "
dimensione sanitaria". "Abbiamo una
dimensione economica e una dimensione sanitaria. Su quella economica tutti i Paesi hanno cercato di reagire nel modo più efficace possibile per cui grandi divari, anche nell'Unione europea non vi sono stati". Al contrario, "la dimensione sanitaria è molto differenziata". "Tra i
Paesi sviluppati vi sono livelli diversi sulle
vaccinazioni. Ma qui la preoccupazione non era tra i Paesi sviluppati, perché l'idea é che verranno riassorbiti in tempi relativamente brevi. La discussione si é molto concentrata sui divari tra Paesi sviluppati e meno sviluppati", ha spiegato. "C'è grande preoccupazione che una parte considerevole del mondo non possa disporre di
vaccini molto a lungo e l'idea é che i Paesi sviluppati devono farsi carico di questo".
Quanto alla "
digital tax", altro impegnativo dossier sul tavolo dell'incontro, il ministro ha auspicato che si possa raggiungere un accordo già al meeting di Venezia (a luglio, ndr): "avrebbe ricadute molto importanti anche per la tassazione sulle
compagnie digitali anche se la riforma non è focalizzata direttamente su di loro". Si discute infatti "della tassazione delle
multinazionali, alcune di queste sono anche aziende digitali che operano sul web. La questione di cui di discute è la tassazione delle multinazionali, se vi debbano essere
aliquote minime" e come si distribuisce il
gettito. "Risolto questo si deciderà su come calarla sulle imprese del web. Ovviamente – ha però sottolineato Franco – il Diavolo sta nei dettagli. Passare da accordo su linee guida a un accordo su tanti aspetti fissati non sarà una passeggiata".
"Ci sono due questioni sul tavolo: la prima è sulla
Profit allocation rules, specialmente per le multinazionali. La seconda è se stabilire o meno un
minimum tax rate per le multinazionali – ha puntualizzato Franco – se ne è discusso per molti anni. L'
Ocse ha fatto grande lavoro tecnico e di policy su questo, ma di fatto c'era uno
stallo". Stallo che potrebbe essere superato con l'aiuto degli
Stati Uniti: "la nuova posizione Usa sta facilitando il raggiungimento di un
accordo. L'impegno al multilateralismo e a trovare una soluzione in un contesto globale, pensiamo che faciliterà un accordo".