(Teleborsa) - Il
mercato del lavoro è stato ancora
influenzato dalla pandemia di Covid-19
nel 4° trimestre 2020,in particolare dalle misure di contenimento dell’emergenza. Lo conferma l'
Istat nel consueto rapporto trimestrale, indicando che
l'input di lavoro (ore lavorate) ha registrato una
diminuzione dell'1,5% rispetto al trimestre precedente e del 7,5% rispetto al quarto trimestre 2019 a fronte di un PIL che fa registrare un -1,9% e -6,6% rispettivamente.
L'occupazione torna a crescereIl numero di
occupati cresce di 54 mila unità (+0,2%) rispetto al trimestre precedente, per effetto dell’aumento dei dipendenti a tempo indeterminato, che ha più che compensato il calo di quelli a termine, e della lieve crescita degli indipendenti.
Contestualmente, si registra una
riduzione del numero di disoccupati (-122 mila), più consistente di quella degli inattivi di 15-64 anni (-10 mila).
Mercato ancora in deficit rispetto a periodo pre-Covid
Nonostante la crescita dell'ultimo trimestre, l’occupazione è
ancora in calo in termini tendenziali (-414 mila unità pari a -1,8%), nonostante l'aumento dei dipendenti a tempo indeterminato (+98 mila unità; +0,7%). A diminuire sono soprattutto i dipendenti a termine (-383 mila, -12,3%), ma continuano a calare anche gli indipendenti (-129 mila, -2,4%).
La riduzione interessa sia gli occupati a tempo pieno sia quelli a tempo parziale, tra i quali l’incidenza del
part time involontario raggiunge il 65,2% (+1,3 punti).
Diminuiscono i disoccupati (-172 mila, -6,7% rispetto al quarto trimestre 2019), sia in cerca di prima occupazione sia con precedenti esperienze di lavoro, e si intensifica
l’aumento del numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (+403 mila, +3,1% in un anno).
Imprese bloccate
Dal lato delle imprese, l’adozione di
nuove misure di restrizione dell’attività economica ha
rallentato il recupero dell’input di lavoro che aveva caratterizzato il trimestre precedente: la crescita congiunturale per le posizioni lavorative
dipendenti si ferma a
+0,3%, sia per la componente a tempo pieno, sia per quella a tempo parziale. Il numero di posizioni dipendenti è ancora inferiore dell’1,7% a quello del quarto trimestre 2019, soprattutto per la componente a tempo parziale (-3,4%).
La
contrazione delle ore lavorate per dipendente, che diminuiscono del
-2,9% su base congiunturale, è più marcata su base tendenziale (-7,4%).
Aumenta il ricorso alla cassa integrazione, che si attesta su 92,5 ore di Cig ogni mille ore lavorate, e il tasso dei posti vacanti diminuisce di 0,1 punti percentuali su base congiunturale e di 0,3 su base annua.
Il
costo del lavoro per unità di lavoro
diminuisce dello 0,6% in termini congiunturali, per effetto di un lieve aumento delle
retribuzioni (+0,5%) e di un sostenuto calo degli
oneri sociali (-3,5%). In termini tendenziali il costo del lavoro continua a registrare una lieve crescita (+0,5%), dovuta a un aumento dell'1,5% della componente retributiva e a una riduzione del 2,3% degli oneri grazie all’esonero dal versamento dei contributi.
2020: numeri dello choc pandemico
La
media 2020 è la sintesi delle dinamiche trimestrali del mercato del lavoro, influenzate dalla pandemia: alla crescita tendenziale dell’occupazione del primo trimestre, segue il consistente calo del secondo trimestre ed in misure minore del terzo e quarto trimestre. In media annua si osserva un
calo dell’occupazione senza precedenti (-456 mila, -2%), associato alla
diminuzione della disoccupazione e alla forte
crescita del numero di inattivi.
Inoltre, la diminuzione delle posizioni dipendenti (-1,7%) e del monte ore lavorate (-13,6%), così come
l’aumento del ricorso alla Cig (+139,4 ore ogni mille lavorate), sono
più marcati nel comparto dei
servizi rispetto a quello dell’industria.