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DEF, verso taglio stime 2021. PIL tendenziale intorno al 4%

Ridimensionamento rispetto alle previsioni autunnali. Recovery ancora più urgente

Economia
DEF, verso taglio stime 2021. PIL tendenziale intorno al 4%
(Teleborsa) - Cresce l'attesa per il Documento di economia e Finanza con le nuove previsioni sui conti pubblici italiani e sul PIL che il governo dovrà presentare, in base a un termine comunque non perentorio, entro il 10 aprile. Dalla revisione delle stime di crescita dipenderà, infatti, anche l'entità del nuovo scostamento di bilancio le cui risorse finanzieranno nuove misure di sostegno alle imprese da inserire in un decreto legge.

Riguardo alle stime, secondo quanto si apprende, il PIL tendenziale a legislazione vigente dovrebbe attestarsi al 4,1% quest'anno e al 4,3% l'anno prossimo. Uno scenario peggiore rispetto a quello tracciato dalla NaDef di ottobre. Si tratterebbe, infatti, di un taglio per il 2021 (+5,1% la stima tendenziale e +6% la programmatica) e di un revisione al rialzo per il 2022. Nel dettaglio, nelle previsioni autunnali, dopo il -9% nel 2020, si parlava di un rimbalzo del PIL del 6% nel 2021 e del 3,8% nel 2022, segnalando che in caso di scenario avverso per una nuova ondata del virus o per i ritardi nei piani vaccinali la previsione 2020 scenderebbe dal -9% del quadro tendenziale al -10,5% e la crescita nel 2021 si fermerebbe all'1,8%, contro il 5,1% del tendenziale. Viceversa, seguendo un sentiero di recupero il PIL crescerebbe del 6,5 per cento nel 2022 (contro il 3% per cento del tendenziale) e del 2,3 per cento nel 2023 (che si confronta con l'1,8 per cento dello scenario tendenziale).

Le nuove stime potrebbero, tuttavia, cambiare con l'inclusione di alcuni effetti del Recovery Plan – che andrà presentato entro fine aprile alla Commissione europea – o del nuovo scostamento e di nuovi aiuti all'economia inglobati nello stesso tendenziale. Le nuove stime tendenziali non tengono, infatti, conto delle misure di stimolo di bilancio prese dal Governo, come il nuovo Decreto Sostegni in preparazione e, soprattutto, calcolano la spinta alla crescita che ci si attende dal lancio del Next Generation Eu. A giugno, se tutti i parlamenti dei 27 avranno ratificato l'emissione dei 'quasi-eurobond', se la Germania avrà bypassato le obiezioni dell'estrema destra di Afd alla Corte costituzionale, se non ci saranno altri intoppi, il Next Generation Eu consentirebbe all'Italia un anticipo immediatamente spendibile del 13% del totale, circa 27 miliardi. Il resto dei circa 200 miliardi è pagato dall'Europa a rate e a stato di avanzamento lavori.

Quanto alla stima del deficit, al 7% nel 2021 secondo le stime autunnali, pesano innanzitutto il scostamento da 32 miliardi di gennaio, più quello in arrivo che porterebbe l'asticella almeno oltre il 10%, se il nuovo scostamento fosse di 20 miliardi. Sull'entità del nuovo scostamento non vi è ancora un accordo. La richiesta da parte di forze della maggioranza, tra cui la Lega, è superiore ai 20 miliardi. Il Pd si limita, più genericamente, a indicare "quello che serve per un efficace rilancio dell'economia".









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