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Recovery Plan, via libera a interventi per 221,5 miliardi. Oggi testo in Cdm

Entro il 30 aprile l'invio a Bruxelles. Draghi: "Struttura coordinamento centrale governance al Mef"

Economia
Recovery Plan, via libera a interventi per 221,5 miliardi. Oggi testo in Cdm
(Teleborsa) - Approderà oggi in Consiglio dei ministri il Recovery plan del governo Draghi. La bozza prevede interventi per 221,5 miliardi dei quali 91,5 miliardi coperti con il Recovery Fund vero e proprio e 30,04 con il Fondo complementare alimentato con deficit. Dopo il primo esame di oggi i dettagli saranno definiti nel weekend e lunedì e martedì il premier presenterà il testo alle Camere. La tabella di marcia prevede l'invio alla Commissione europea entro il 30 aprile pertanto il via libera definitivo è atteso tra mercoledì e giovedì. Rimangono, tuttavia, i nodi delle risorse per la proroga del superbonus e della governance.

LA GOVERNANCE – Sulla questione della governance il premier sembra aver già tracciato una linea. "Il governo ha predisposto uno schema di governance del Piano che prevede una struttura di coordinamento centrale presso il ministero dell'Economia. Questa struttura – si legge nell'introduzione di Draghi alla bozza non ancora definitiva del Pnrr – supervisiona l'attuazione del piano ed è responsabile dell'invio delle richieste di pagamento alla Commissione europea, invio che è subordinato al raggiungimento degli obiettivi previsti. Accanto a questa struttura di coordinamento, agiscono una struttura di valutazione e una struttura di controllo. Le amministrazioni sono invece responsabili dei singoli investimenti e delle singole riforme e inviano i loro rendiconti alla struttura di coordinamento centrale".

IL PIANO DELLE RIFORME – "Il Piano – spiega il presidente del Consiglio – comprende un ambizioso progetto di riforme. Il governo intende attuare quattro importanti riforme di contesto: Pubblica amministrazione, giustizia, semplificazione della legislazione e promozione della concorrenza. Inoltre, sono previste iniziative di modernizzazione del mercato del lavoro e di rafforzamento della concorrenza nel mercato dei prodotti e dei servizi. È prevista infine una riforma fiscale, che affronti anche il tema delle imposte e dei sussidi ambientali.
La riforma della Pubblica amministrazione si basa su una forte espansione dei servizi digitali, negli ambiti dell'identità, dell'autenticazione, della sanità e della giustizia. L'obiettivo è una marcata sburocratizzazione per ridurre i costi e i tempi che attualmente gravano su imprese e cittadini", spiega il premier, relativamente al primo punto". Sulla riforma della giustizia Draghi sottolinea che si vogliono "affrontare i nodi strutturali del processo civile e penale e rivedere l'organizzazione degli uffici giudiziari. Nel campo della giustizia civile si semplifica il rito processuale, in primo grado e in appello, e si implementa definitivamente il processo telematico". Sul fronte del Fisco il Piano predispone inoltre "interventi volti a riformare i meccanismi di riscossione e a ridurre il contenzioso tributario e i tempi della sua definizione". In materia penale, il governo intende "riformare la fase delle indagini e dell'udienza preliminare; ampliare il ricorso a riti alternativi; rendere più selettivo l'esercizio dell'azione penale e l'accesso al dibattimento; definire termini di durata dei processi". "La riforma finalizzata alla razionalizzazione e semplificazione della legislazione abroga o modifica leggi e regolamenti che ostacolano eccessivamente la vita quotidiana dei cittadini, le imprese e la Pubblica amministrazione – sottolinea Draghi –. La riforma interviene sulle leggi in materia di pubbliche amministrazioni e di contratti pubblici, sulle norme che sono di ostacolo alla concorrenza, sulle regole che hanno facilitato frodi o episodi corruttivi. È potenziato il Dipartimento affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio e presso la Presidenza viene costituito un apposito Ufficio per la razionalizzazione e semplificazione delle leggi e dei regolamenti, per permettere una continuità di proposte e di interventi nel processo di semplificazione normativa". Quarto settore di intervento quello che punta "alla promozione e la tutela della concorrenza". Per Draghi "la concorrenza non risponde solo alla logica del mercato, ma può anche contribuire ad una maggiore giustizia sociale. La Commissione europea e l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, nella loro indipendenza istituzionale, svolgono un ruolo efficace nell'accertare e nel sanzionare cartelli tra imprese, abusi di posizione dominante e fusioni o acquisizioni di controllo che ostacolano sensibilmente il gioco competitivo". "Il governo si impegna – infine – a presentare in Parlamento il disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza, o comunque a approvare norme che possano agevolare l'attività d'impresa in settori strategici, come le reti digitali, l'energia e i porti".

I NUMERI DEL PNRR – Il nuovo Piano nazionale di ripresa e resilienza vede confermata la struttura in sei missioni e 16 componenti. Per Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura sono previsti 42,55 miliardi (38,25 per nuovi progetti), per Rivoluzione verde e transizione ecologica 57 (34,6), per Infrastrutture per mobilità sostenibile 25,33 (14,13), per Istruzione e ricerca 31,88 (24,1), per Inclusione e coesione 19,12, per Salute 15,63 (12,65). Cifre che portano al totale di 191,5 miliardi. Tra i fondi finanziati con le risorse Ue, salta l'intervento da circa 5 miliardi a sostegno dell'operazione cashback per favorire i pagamenti digitali. Trovano invece conferme le principali linee di intervento rispetto al vecchio piano. Come gli incentivi fiscali un del piano Transizione 4.0 con 18,5 miliardi e la banda ultralarga che viene ulteriormente ampliata e portata a 5,3 miliardi di cui 4 per progetti nuovi. La crescita media del PIL nel 2022-26 sarà di 1,4 punti più alta del periodo 2015-2019 e nel 2026 il Pil sarà di 3 punti percentuali più alto rispetto allo scenario di base (senza il Pnrr).
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