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Istat, economia non osservata in calo prima dell’emergenza Covid-19 (-2,6%): nel 2019 valeva 203 miliardi

Economia sommersa pari a 183 miliardi, quella delle attività legali superava i 19 miliardi.

Economia
Istat, economia non osservata in calo prima dell’emergenza Covid-19 (-2,6%): nel 2019 valeva 203 miliardi
(Teleborsa) - Nel 2019 l’economia non osservata è stata pari a 203 miliardi di euro – pari all’11,3% del PIL – in calo rispetto al 2018 quando il valore dell'economia non osservata è stato superiore di oltre 5 miliardi (-2,6%). Il dato riportato da un rapporto dell'Istat ha quindi confermato la tendenza in atto dal 2014. In particolare, la componente dell’economia sommersa nel 2019 ammontava a poco più di 183 miliardi di euro mentre quella delle attività illegali superava i 19 miliardi. Sono state 3 milioni 586 mila le unità di lavoro irregolari, in calo di oltre 57mila rispetto all’anno precedente.

È di 167 miliardi il valore in euro della sotto-dichiarazione e del lavoro irregolare nel 2019. Le due componenti, segnala il report dell'Istituto di statistica, valgono il 9,3% del PIL. In cinque anni a partire dal 2014, anno in cui si è interrotta la tendenza all'aumento, la riduzione dell’economia non osservata è stata di circa 9,2 miliardi di euro (-4,3%). Sono calate dell'1,6% le unità di lavoro irregolari rispetto al 2018: nel dettaglio, la componente del lavoro non regolare dipendente è scesa del 2,4%, mentre quella indipendente è cresciuta dello 0,7%.


L’economia non osservata è costituita dalle attività produttive di mercato che, per motivi diversi, sfuggono all’osservazione diretta ponendo particolari problemi di misurazione. Essa comprende, essenzialmente, l’economia sommersa e quella illegale. Le principali componenti dell’economia sommersa sono costituite dal valore aggiunto occultato tramite comunicazioni volutamente errate del fatturato e/o dei costi (sotto-dichiarazione del valore aggiunto) o generato mediante l’utilizzo di lavoro irregolare. Ad esso si aggiunge il valore dei fitti in nero, delle mance e una quota che emerge dalla riconciliazione fra le stime degli aggregati dell’offerta e della domanda.

Nel complesso, i settori dove è più alto il peso del sommerso economico sono gli Altri servizi alle persone (35,5% del valore aggiunto totale), il Commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (21,9%) e le Costruzioni (20,6%). Negli Altri servizi alle imprese (5,5%), nella Produzione di beni d’investimento (3,4%) e nella Produzione di beni intermedi (1,6%) si osservano invece le incidenze minori. Nel 2019 rispetto all’anno precedente, pur nel contesto di una riduzione generalizzata dell’incidenza del sommerso sulle attività produttive (-0,6 punti percentuali sul totale), il calo più marcato è stato riscontrato per le Costruzioni (-2,0 punti percentuali) e per i Servizi professionali (-3,5 punti).

L’economia illegale include invece sia le attività di produzione di beni e servizi la cui vendita, distribuzione o possesso sono proibite dalla legge, sia quelle che, pur essendo legali, sono svolte da operatori non autorizzati. Le attività illegali incluse nel PIL dei Paesi dell’Unione europea sono la produzione e il commercio di stupefacenti, i servizi di prostituzione e il contrabbando di sigarette.
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