(Teleborsa) - La
crisi sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19 non ha prodotto effetti negativi sul numero delle aziende agrituristiche che, rispetto al 2019, aumentano di
484 unità. Lo rileva
l'Istat nel Report
"Le aziende agrituristiche in Italia - anno 2020" sottolineando che "si conferma, in tal modo, la crescita che dal 2007 caratterizza questo settore: negli ultimi 13 anni è stata in media nazionale del +41,4%, con un saldo attivo di 7.340 strutture e raggiunge +61,3% nel Nord-ovest, +45,6% nel Centro, +41,9% nelle Isole, +36,2% nel Sud e +30,2% nel Nord-est.
Il
tasso medio annuo di crescita tra il 2007 e il 2020 - si legge - è del 2,5% e sale a 3,5% nel Nord-ovest. Nelle altre ripartizioni varia tra il 2,2% del Sud e il 2,7% del Centro, con il Nord-est attestato a +1,9%. Sembra, quindi, che la crescita media sia maggiore nelle aree dove nel 2007 il numero di agriturismi era più basso, a testimonianza di un processo di convergenza territoriale tra le diverse aree del Paese.
Ancora: rispetto al
2011 diminuisce la percentuale di Comuni con un solo agriturismo (dal 37,2% al 35,9%) e di quelli che ne contano tra 6 e 10 (da 12,3% a 10,1%). Al contrario, aumentano quelli con 2-5 agriturismi (dal 41,7% al 44,5%) e, in modo più contenuto, quelli con 11-50 agriturismi. Infine, sono sostanzialmente stabili (intorno all’1%) i Comuni con oltre 50 agriturismi. Il 56% dei Comuni conta fino a nove agriturismi per 100 km 2 . In questi comuni, complessivamente si localizza oltre il 26% di queste strutture.
Sono
nove i comuni con almeno 100 agriturismi ( Grosseto, Cortona, Castelrotto, Manciano, Appiano sulla strada del vino, San Gimignano, Montepulciano, Montalcino, Caldaro sulla strada del vino), localizzati in Toscana e nel Trentino-Alto Adige. 45 quelli che ospitano da 50 a 99 agriturismi e 438 quelli nei quali è presente un numero di agriturismi compreso tra
10 e 50.Il Report rileva anche che nel 2020, la produzione agrituristica è di poco superiore a
802 milioni di euro (-48,9% rispetto al 2019 e -27% rispetto al 2007). La crisi sanitaria ha quindi fortemente
ridimensionato il valore economico di questo comparto il cui valore aggiunto incide per il 2,3% su quello dell’intero settore agricolo (compresa silvicoltura e pesca). Va tuttavia sottolineato che in conseguenza del lockdown e delle limitazioni per il contenimento della pandemia, molti agriturismi sono rimasti chiusi e quelli autorizzati alla ristorazione hanno potuto solo offrire servizio di asporto.