(Teleborsa) - Il
DEF "si caratterizza per
alto grado di incertezza, più radicale e pervasiva di quella presente già negli anni recenti e che
influenza tutte le previsioni del documento e le variabili su cui questo si poggia". E' quanto spiega il
CNEL in audizione sul Documento di Economia e Finanza, ricordando che la pandemia "incide in modo asimmetrico sulle diverse regioni e sui diversi settori economici contribuendo ad accrescere diseguaglianze e squilibri fra persone, gruppi sociali e territori" e che a questo fattore d'incertezza di è aggiunta ora la guerra in Ucraina.
Al di là di questi fattori di contesto, il CNEL ritiene che il
DEF sia "improntato a un prudente equilibrio e a una ragionevole fiducia sulla capacità di resilienza del nostro sistema paese". La solidità dei fondamentali della nostra economia - spiega il CNEL - "inducono a ritenere
credibili le previsioni del DEF", ma il contesto non consente di "nascondere la
grande preoccupazione" per "le
prospettive future del paese, che restano pervase da incertezze profonde non dissipate dall'equilibrio delle analisi".
"In questo contesto di difficoltà e di grande incertezza il
PNRR costituisce comunque - ad avviso del CNEL - una
grande occasione di ripresa per il nostro paese e di rinnovamento del modello di sviluppo improntato alla sostenibilità sociale e ambientale" Il Consiglio segnala "
l'urgenza di aggiornare alcuni elementi del Piano, non per indebolirne la efficacia ma al contrario per rafforzare e accelerare i punti più direttamente investiti dalla crisi".
Fra gli elementi si cui intervenire si segnalano le
semplificazioni e lo
sviluppo di fonti alternative di energia quale "strumento essenziale per procedere verso la autonomia energetica del Paese e per ridurre la dipendenza da altri Paesi, in primis la Russia".
"Si ritiene altresì indispensabile prevedere le
necessarie compensazioni economiche a famiglie e imprese per alleviare il peso degli extra costi conseguenti al rincaro dell energia come delle altre materie prime" e "rafforzare le misure a sostegno delle attività produttive" (liquidità, garanzie pubbliche, specie per PNRR). A questo proposito "è valutazione condivisa dal CNEL che le
risorse previste dal DEF, nella misura di 5 miliardi,
siano insufficienti a fare fronte alle esigenze di famiglie e imprese".
Il CNEL poi richiama l’attenzione sulla
gravità della situazione sociale del paese, in particolare sull’aumento delle diseguaglianze, già da tempo in crescita nel nostro Paese e ora acuite dalla pandemia e dal peso della crisi economica che colpisce in particolare le componenti più deboli della nostra società. Di qui, l'urgenza di "porre in essere un
insieme organico di politiche redistributive di sostegno a favore soprattutto delle fasce più povere della popolazione" e di correggere gli squilibri del mercato del lavoro che portano ad una diminuzione della quota spettante al lavoro, attraverso "il sollecito rinnovo dei contratti collettivi di lavoro".
In particolare il CNEL rileva come difficoltà dello scenario evocate dal DEF abbiano riacutizzato la
situazione occupazionale, laddove i dati confermando che "
giovani e donne rimangono ancora
fortemente svantaggiati, nonostante il miglioramento delle loro opportunità di lavoro e di vita sia fra le priorità trasversali del PNRR".
Il Cnel ribadisce la necessità non solo di
sostenere la piena implementazione del PNRR, ma anche di prolungare oltre il 2026 il metodo di intervento inaugurato dall’Europa con il NGEU e più in generale di rafforzare il protagonismo dell’Unione sia in materia economica e sociale sia ora nelle questioni cruciali della sicurezza energetica e militare dei nostri paesi. Ora più che mai le risposte alla crisi devono essere date nel quadro condiviso di strategie europee.