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Gli italiani e l'auto: da parco circolante a km percorsi, i numeri

Due primati poco invidiabili e una "sorpresa"

Economia, Trasporti
Gli italiani e l'auto: da parco circolante a km percorsi, i numeri
(Teleborsa) - Spesso considerati “schiavi dell’auto” perché usano più auto degli altri, in realtà gli italiani “usano meno l’auto”, ossia percorrono meno chilometri con ciascuna auto, vuoi per minori necessità vuoi per risparmiare carburante: di conseguenza la tengono più a lungo, esponendola ad una obsolescenza tecnologica più pronunciata. E uno dei dati, probabilmente il più inaspettato, contenuto nello studio UNRAE L’automobile: italiani a confronto, realizzato per Quattroruote e disponibile da oggi in forma sintetica sul numero di ottobre della rivista, nonché - in forma integrale – su Quattroruote.it e sul sito UNRAE.



E ancora: tra i cinque Major Markets europei, l'Italia gode di due primati poco invidiabili: il tasso di motorizzazione più elevato, con 642 auto per 1.000 abitanti contro una media di 553 degli altri quattro Paesi, e il parco più vetusto a eccezione della Spagna, con una età media di 12,2 anni. Gli italiani, con più di un’auto in famiglia, usano più vetture rispetto agli automobilisti dei maggiori paesi europei, tenendole per più tempo. Come detto, in pochi sanno che gli italiani vantino una più bassa percorrenza media, sia per persona che per vettura: 6.680 km l’anno pro-capite verso una media di 7.052 km per gli altri quattro Paesi, e 10.712 km l’anno per vettura contro 12.743 km di media fra gli altri quattro paesi. I tedeschi invece battono tutti, con 7.811 km l’anno pro capite e 13.602 per vettura.

Ma quanti italiani, grandi appassionati di motori, possiedono una patente di guida? Da noi è munito di patente il 72% degli adulti, un valore intermedio fra quelli - più bassi - di Germania (61%) e Spagna (65%) e quelli - più alti - di Regno Unito (82%) e Francia (90%). Considerando invece il numero di patenti per vettura, l’Italia con un indice di 0,95 – sempre dovuto all’elevato tasso di motorizzazione - si posiziona al di sotto di Regno Unito e Francia (1,20) e della Spagna (0,99), ma al di sopra della Germania (0,87).

Noto poi il divario con gli altri paesi in tema di auto con la spina: nel parco circolante l’Italia ha una quota di vetture elettriche (BEV) dello 0,3%, la più bassa insieme alla Spagna, lontana dall’1,4% di Germania e Francia e dall’1,1% del Regno Unito. Stessa quota dello 0,3% per le ibride plug-in (PHEV), superata dagli altri quattro paesi con quote variabili dallo 0,4% della Spagna all’1,3% della Germania.

“Come purtroppo previsto, si va creando un fenomeno che potremmo chiamare di mobility divide: mentre l’industria investe nella direzione di una sofisticazione tecnologica sempre più marcata, un numero enorme di persone viene spinta ai margini del mercato. Per questo, abbiamo voluto dedicare – nel fascicolo di Quattroruote in edicola – un ampio reportage su quanto sta accadendo a Milano, dove a moltissimi proprietari di auto relativamente anziane dal primo ottobre verrà impedito l’ingresso in città. Ferma restando la priorità da dare ai temi ambientali, negare il diritto alla mobilità privata a chi non ha i soldi per cambiare la macchina è profondamente iniquo", commenta Gian Luca Pellegrini, direttore di Quattroruote.

Un quadro ancor più drammatico in prospettiva, con un ciclo di sostituzione – a volumi di mercato attuali – di durata pari a 27 anni: quasi 5 in più della media degli altri quattro maggiori Paesi europei. Un periodo esageratamente lungo, data la velocità di trasformazione richiesta dalla decarbonizzazione dei trasporti: nel 2050, 15 anni dopo il previsto stop alla vendita di auto endotermiche, circolerebbero ancora vetture presenti già oggi sulle nostre strade.

(Foto: © Sittipong Leetangwattana / 123RF)
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