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Eurozona, PMI al minimo in tre mesi con contrazione manifatturiera

Economia, Macroeconomia
Eurozona, PMI al minimo in tre mesi con contrazione manifatturiera
(Teleborsa) - Continua a soffrire la manifattura nell'Eurozona, che conferma una fase di rallentamento, compensata dal buon andamento dei servizi, che si confermano in moderata espansione. È il quadro tratteggiato stamattina dai numeri preliminari degli indici PMI relativi al sentiment dei direttori acquisto delle aziende.

Secondo le stime preliminari di S&P Global e Hamburg Commercial Bank, l'indice PMI manifatturiero è sceso a maggio a 44,6 punti (minimo in 36 mesi) dai 45,8 precedenti, risultando inferiore ai 46,2 punti attesi dagli analisti. Una soglia che resta inferiore a quella critica di 50 e che denota ancora una contrazione dell'attività.

Si indebolisce leggermente il PMI dei servizi, attestandosi a 55,9 punti (minimo in 2 mesi) rispetto ai 56,2 precedenti e ai 55,6 punti attesi. Di conseguenza, il PMI composito si porta a 53,3 punti ( minimo in 3 mesi) dai 54,1 precedenti e rispetto ai 53,7 attesi.

Fra le maggiori economie europee, la Germania mostra un deterioramento del PMI manifatturiero a 42,9 da 44,5 punti, sotto il consensus di 45 punti, e un aumento del PMI sevizi a 57,8 da 56 (sopra il 55,5 atteso). In Francia, il PMI manifatturiero si porta a 46,1 da 45,6 (46 punti il consensus) e il PMI servizi scende a 52,8 da 54,6 (era atteso 54,2).

"Grazie alle buone condizioni di salute del settore dei servizi, nel secondo trimestre il PIL dell'eurozona sembra aver segnato una crescita - ha commentato Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank - Il manifatturiero ha però rallentato lo slancio dell'economia generale. Le aziende tedesche manifatturiere hanno osservato una contrazione particolarmente elevata, i nuovi ordini hanno infatti riportato un calo ancora più significativo di quelle francesi, con un indice della produzione che inoltre mostra un forte ribasso".

"Le aziende del settore manifatturiero sono risultate nel complesso meno ottimiste sulla loro produzione nei prossimi dodici mesi, a ciò si aggiunge non solo il forte declino dei nuovi ordini, ma anche le minori giacenze dei beni intermedi e di conseguenza dei loro acquisti - ha aggiunto - Secondo l'Eurostat, la situazione degli ordini non è però per niente catastrofica, in quanto in questo secondo trimestre lo stato degli ordini delle principali nazioni dell'eurozona rimane ancora ben al di sopra delle rispettive medie a lungo termine".
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