(Teleborsa) - L'
Italia conferma il
trend positivo di crescente interesse alla materia finanziaria da parte di investitori e risparmiatori anche nel 2023, con l'85% degli italiani che si dichiara molto o abbastanza interessato (dal 76% del 2021). Il mutato contesto geopolitico e gli effetti su tassi di interesse, inflazione e difficoltà economiche hanno contribuito a sensibilizzare anche i soggetti meno coinvolti, con una soglia pari a zero degli "esclusi", ovvero coloro che si dichiarano non interessati ai temi finanziari. È quanto emerge dalla terza edizione dell'
Osservatorio Internazionale Edufin di Pictet Asset Management.
Tuttavia, il
gap tra chi investe e chi no non accenna a chiudersi. L'interesse degli investitori per la finanza resta in larga parte legato all'entità del patrimonio, raggiungendo il totale campione per i clienti Private (con patrimonio finanziario da € 500K a oltre € 5 milioni), scendendo al 97% per i clienti Affluent (da € 50K a € 500K) e al 91% per i Mass Market (da € 10K a € 50K). Buoni, sebbene inferiori, sono anche i dati relativi a studenti e non investitori che complessivamente si dichiarano interessati nel 72% dei casi. In particolare, gli studenti over 18 passano al 78% rispetto al 51% del 2021.
Tra gli strumenti utilizzati per
informarsi, i
social si confermano quale canale privilegiato e sempre più utilizzato, passando dal 27% del 2021 al 34% nel 2023, seguiti al secondo posto da eventi digitali. Questi due canali insieme sono cresciuti del 10% negli ultimi due anni. Di contro, si evidenza un lento e costante declino di stampa e tv nella dieta mediatica.
Un maggiore interesse implica pertanto anche una
miglior consapevolezza delle proprie lacune (e conseguente volontà di saperne di più anche tra i grandi investitori). In particolare, 4 investitori private su 10 e 8 studenti su 10 non si reputano sufficientemente preparati. Un bisogno che mette in evidenza i principali ostacoli a un effettivo miglioramento delle conoscenze finanziarie: dal 2021, dove la difficoltà nel comprendere la materia era al primo posto (31% degli intervistati), oggi quest'ultima cede il podio alla percezione di mancanza di contenuti o di referenti ritenuti affidabili, indicate dal 35% del campione.
Secondo la ricerca di Pictet AM, "il connubio tra mercati finanziari turbolenti, incertezza economica, emotività mal gestita e ridotta educazione finanziaria, porta inevitabilmente a
costruzioni inefficienti di portafoglio". Nell'ultimo anno, in particolare, la maggiore complessità del mercato, unita alla velocità e superficialità dell'informazione, ha generato un forte bias rispetto all'orizzonte temporale di investimento. A prevalere è infatti la visione di breve o brevissimo termine (
presentismo), una rilevazione che emerge sia dalla preferenza ad informarsi su canali che offrono contenuti semplici e immediatamente fruibili (i social network, appunto), sia dai desiderata di impiego finanziario.
Analizzando poi la propensione all'investimento per fasce d'età, emerge un
"paradosso" dell'investimento a lungo termine: un giovane, infatti, dato l'orizzonte temporale più lungo e la tendenziale maggiore propensione al rischio, sarebbe il soggetto più indicato per investire in azioni, mentre dalle evidenze della ricerca risulta che l'azionario cresce d'attrattività con l'avanzare dell'età. Analogamente, i
giovani si mostrano meno interessati (e meno a conoscenza) di strumenti ritenuti ideali per iniziare il proprio percorso di pianificazione finanziaria e investimento di lungo periodo: i Piani di Accumulo (PAC). Più in generale, tra i non investitori (giovani inclusi), la liquidità sul conto resta una priorità, seguita da immobili, BTP e obbligazioni. Mentre tra gli investitori le obbligazioni sono al primo posto (45%), seguite da immobili (21%), liquidità (16%) ed azioni (11%).
"L'accresciuta consapevolezza della materia stenta a tradursi in conoscenza e padronanza degli strumenti di investimento, osteggiate dalla complessità, percepita da investitori e non investitori, determinando scelte di investimento inefficienti, focalizzate spesso sul breve termine - commenta
Daniele Cammilli, Head of Marketing di Pictet Asset Management - Esempio emblematico sono ancora una volta i giovani: oltre la metà di loro si informa quasi quotidianamente su temi finanziari, prediligendo i canali social a loro più vicini come linguaggio e format, salvo poi non ritenersi soddisfatti dei contenuti e dell'affidabilità dei referenti e prediligendo come scelte di investimento liquidità e immobili, piuttosto che un ingresso graduale nei mercati azionari tramite un PAC".
(Foto: Jason Briscoe su Unsplash)