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Imprese a controllo estero, Istat: nel 2021 fatturano 716 miliardi e occupano 1,7 milioni di addetti

Oltre 153 miliardi di valore aggiunto

Economia
Imprese a controllo estero, Istat: nel 2021 fatturano 716 miliardi e occupano 1,7 milioni di addetti
(Teleborsa) - Nel 2021 cresce il fatturato delle imprese a controllo estero residenti in Italia: +30,7% rispetto al 2020 e +14,7% rispetto al 2019. Dopo il crollo del 2020, forte aumento anche degli scambi con l'estero: +25,9% export e +33,3% l'import. Le affiliate estere delle multinazionali italiane sono 24.887, occupano quasi 1,7 milioni di addetti (-2,3% rispetto al 2020) e fatturano 477 miliardi (-4,5%). Il 37,3% del loro fatturato – rileva l'Istat – è realizzato su mercati diversi dal Paese di localizzazione. In particolare, si confermano quote elevate di esportazioni verso l'Italia nei settori del Made in Italy. Nel biennio 2022-2023, rispetto al precedente, aumenta la propensione all'investimento estero dei gruppi italiani di grande dimensione, dell'Industria (+4,4%) e dei Servizi (+13,2%)È quanto emerge
dal Report sulla struttura e competitività delle imprese multinazionali nel 2021 dell'Istat.



In aumento il contributo delle imprese a controllo estero all'economia nazionale – Nel 2021, le multinazionali a controllo estero registrano in Italia un netto recupero in termini di fatturato e valore aggiunto, sia rispetto al 2020, sia rispetto al periodo pre-pandemico. I risultati economici sono superiori alle altre imprese residenti che comunque hanno registrato incrementi significativi. Provenienti da 111 Paesi, le multinazionali estere sono attive in Italia con 17.641 controllate (+12,9% rispetto al 2020) occupano meno di 1,7 milioni di addetti (+10,7% rispetto al 2020 e +10,1 rispetto al 2019), fatturano quasi 716 miliardi di euro (+30,7% e +14,7%), producono un valore aggiunto di oltre 153 miliardi (+26,0% e +14,2%) e sostengono una spesa in Ricerca e sviluppo di 5 miliardi (+23,4% e +18,6%). In temini di valore aggiunto, la loro crescita è forte in tutti i settori di attività economica. In alcuni casi è accentuata dai cambiamenti negli assetti proprietari e, quindi, nella nazionalità del gruppo. La crescita di valore aggiunto più consistente si registra nel settore della manifattura e, in particolare,nel settore della fabbricazione di veicoli, rimorchi e semirimorchi (+113,8% rispetto al 2020). In forte ripresa anche: la metallurgia (+77,2%), la fabbricazione di mobili (+59.6%) e la confezione di articoli di abbigliamento e fabbricazione di articoli in pelle (+45,4%). Nei Servizi crescono, rispetto al 2020, i settori che erano stati particolarmente particolarmente colpiti dalla crisi, ma non recuperano i livelli prepandemici: alloggio e ristorazione (+74,0%% rispetto al 2020, -36,4 rispetto al 2019) e trasporto e magazzinaggio (+34,2% e -16,5%). Seppur con un numero limitato di unità giuridiche (lo 0,4% del totale delle imprese italiane), le multinazionali estere incrementano il già significativo contributo ai principali aggregati economici nazionali dell'industria e dei servizi con il 9,4% degli addetti (+0,6 punti percentuali rispetto al 2019 e +0,7 p.p. rispetto al 2019), il 20,3% del fatturato (+1,2 p.p. e +1,0 p.p.), il 17,1% del valore aggiunto (+0,6p.p. e +0,9 p.p.) e il 32,7% della spesa in Ricerca e sviluppo (+5,9 p.p. e +6,7 p.p.). Le multinazionali italiane confermano la presenza all'estero in 172 Paesi con 24.887 controllate estere, che occupano meno di 1,7 milioni di addetti (-2,3%) e fatturano 477 miliardi (-4,5%). Il calo è dovuto esclusivamente a cambiamenti nella proprietà, che da italiana diventa estera. Infatti, se consideriamo il comparto manifatturiero, rispetto al 2020 sono in forte calo sia il fatturato (-24,4%) che il fatturato al netto di beni e servizi, proxy del valore aggiunto (-25,1%). La flessione risente soprattutto del settore della fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semi rimorchi (-84,5% del fatturato e -85,5% del fatturato al netto di beni e servizi). Crescono invece gli altri comparti del manifatturiero: metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (+25,9% e +24,8%), industrie alimentari, delle bevande e del tabacco (+8,7% e +11,3% ) e fabbricazione di prodotti chimici (+20% e +6,5%). Nei Servizi recuperano quei settori che avevano registrato flessioni rilevanti nel 2020: attività di alloggio e ristorazione (+129,7% e +173,0%) e commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli (+11,7% e +22,5%).

Per le multinazionali estere forte incremento dell'export e dell'import – Le esportazioni delle imprese di gruppi multinazionali esteri presenti in Italia raggiungono quasi 163 miliardi di euro (+25,9% rispetto al 2020 e +15,0% rispetto al 2019) e le importazioni 205 miliardi (+33,3% rispetto al 2020 e +16,4% rispetto al 2019), offrendo dunque un contributo significativo all'interscambio commerciale italiano. Infatti, realizzano il 34,2% delle esportazioni nazionali di merci (+1,9% rispetto al 2020) e attivano il 52,1% delle importazioni (+1,8%). I settori manifatturieri più forti nell'interscambio con l'estero sono i medesimi sia per le esportazioni che per le importazioni: fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (71,7% per l'export e 85,3% per l'import), fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (59,9% e 70,8%), fabbricazione di prodotti chimici (44,1% e 53,3%). I flussi commerciali intra-gruppo delle multinazionali risulta pari al 51,9% per le esportazioni e al 64,1% per le importazioni. Nelle esportazioni intra-gruppo le quote più alte si hanno nella confezione di articoli di abbigliamento e fabbricazione articoli in pelle (72,5%), nelle industrie alimentari, delle bevande e del tabacco (69,4%) e nella fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (68,0%). Nelle importazioni intra-gruppo valori rilevanti sono nella fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (59,7%), nella fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (46,9%) e nella fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (45,6%). Le affiliate all'estero di multinazionali italiane realizzano il 37,3% del loro fatturato su mercati diversi dal Paese di localizzazione dell'impresa stessa, con valori di gran lunga superiori in numerosi settori manifatturieri. In particolare, si confermano quote notevoli di fatturato nelle esportazioni verso l'Italia nei settori del Made in Italy: 44,9% per le industrie tessili e confezione di articoli di abbigliamento, 35,4% per la fabbricazione di articoli in pelle e 25,5% per la fabbricazione di mobili e altre industrie (Figura 1). La quota di fatturato destinata al Paese estero in cui è realizzata la produzione è particolarmente rilevantenella fabbricazione di macchine e apparecchiature (73,1%) e nella fabbricazione di apparecchiature elettriche e per uso domestico non elettrico (70,8%).



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