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Pensioni, uscita anticipata e Quota 103: le novità 2024

Stretta sui pensionamenti anticipati con l’innalzamento della soglia obbligatoria da maturare per beneficiare dell'assegno

Economia, Welfare
Pensioni, uscita anticipata e Quota 103: le novità 2024
(Teleborsa) - Nel 2024 cambiano le regole per le pensioni anticipate, ovvero per chi decide di lasciare il mondo del lavoro prima di raggiungere i requisiti per la pensione di vecchiaia pari a 67 anni e 20 di contributi come previsto dalle legge Fornero che dal prossimo anno torna a pieno regime. La stretta prevede la possibilità di uscire dal mondo del lavoro al compimento dei 64 anni e al raggiungimento dei 20 anni di contributi. Parallelamente, dal 2024, salirà da 2,8 a 3 volte l'importo dell'assegno sociale la 'soglia obbligatoria' da maturare per beneficiare di questo assegno. Soglia che, per le donne con un figlio, scende a 2,8 volte per le donne con un figlio e a 2,6 volte per quelle con più figli. L'assegno previdenziale avrà come tetto massimo il minimo Inps.


Nel biennio 2024-2025 la pace contributiva consentirà ai lavoratori che rientrano nel sistema contributivo di riscattare eventuali buchi previdenziali per un periodo massimo di cinque anni compresi tra il 1 gennaio 1996 e il 31 dicembre 2023.

Prorogata anche per il 2024 in versione restrittiva quota 103. Aumenta la durata delle finestre mobili: per i lavoratori del comparto privato passano da 3 mesi a 7, per quelli del pubblico da 6 a 9 mesi. Il calcolo dell'assegno avverrà con il metodo contributivo, invece che con quello misto, con conseguente riduzione permanente dell'importo per la maggior parte dei pensionati. I lavoratori in possesso dei requisiti per Quota 103 – 62 anni con 41 anni di contributi – potranno comunque posticipare il pensionamento restando al lavoro e beneficiando di un premio direttamente in busta paga.

Aumenta di cinque mesi il requisito anagrafico per l'Ape sociale. Potrà beneficiare di questo canale solo chi assiste, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo o secondo grado convivente (genitore, figlio) con handicap grave; invalidi civili con un grado di invalidità pari o superiore al 74%, con 30 anni di contributi e un età pari a 63 anni e 5 mesi.
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