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Volatilità

Distinguere il rumore dal segnale

Quando il mare inizia ad agitarsi anche le navi più grandi e solide risentono della forza delle onde, ma non affondano. Chi invece si rifugia su una riva qualsiasi solo perché la terraferma gli appare stabile rischia, se non ha scelto bene dove mettersi, di essere raggiunto e travolto dal mare.

Argentina, Espirito Santo, Gaza, sanzioni antirusse e multe a raffica alle banche provocano comprensibilmente ansia nei mercati ma generano più rumore che segnale se rimangono circoscritti e se il principale motore dell'economia globale continua a funzionare. Storicamente le crisi finanziarie di un singolo paese o di una singola banca sono state occasioni d'acquisto quando hanno avuto luogo in un contesto macro positivo.

Surf in SardegnaQuanto all'Europa che flirta con la deflazione, si tratta di un problema potenzialmente serio (in particolare per la periferia), ma per il futuro prossimo sono disponibili due armi solitamente efficaci per combattere la malattia giapponese. La prima è la svalutazione dell'euro, destinata a proseguire. La seconda, che si profila in modo sempre più evidente per la fine dell'anno, è il Quantitative easing.

Sintetizzando, da qui in avanti andrà curata, più ancora dell'esposizione alla volatilità dei prezzi, la qualità di quello in cui si investe, che si tratti di azioni, di bond o di cash (che, se depositato nel posto sbagliato, può rivelarsi meno sicuro di quello che si pensa).

Difensivi nella qualità, dunque, non nella quantità.

Buone vacanze a tutti.

(Nella foto: Surf in Sardegna)
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