Il principe
Grigorij Aleksandrovic Potemkin (1739-1791) è stato una figura di rilievo della storia russa. Amante e forse sposo segreto dell'imperatrice Caterina, è stato un
grande stratega militare, ha allargato l'impero verso il Mar Nero e ha fondato numerose città, tra cui quella Sebastopoli che oggi ospita la flotta russa dei mari caldi e che Putin si è ripreso dagli ucraini insieme al resto della Crimea.
Nonostante i meriti,
la fama di Potemkin è oscurata da quella della corazzata a lui intitolata, protagonista dell'ammutinamento che dette il via alla rivoluzione del 1905 e alla quale Eisenstein dedicò un celebre film. Quasi sicuramente calunniosa è poi la storia che il principe fosse solito abbellire i luoghi che l'imperatrice si apprestava a visitare riverniciando le facciate dei palazzi o addirittura costruendo ordinati villaggi finti come quelli dei set cinematografici.
Da allora, in ogni caso,
villaggio Potemkin è entrata nell'uso come espressione di qualcosa di bello ma finto e ben si adatta, quindi, a descrivere la borsa americana degli ultimi mesi. Dietro alla facciata di un indice forte grazie a un numero sempre più esiguo di titoli che hanno continuato a salire si è infatti consumata l'erosione progressiva, in alcuni casi molto pronunciata, di tutti gli altri. L'erosione è stata più sensibile nei settori speculativi, dai meme stocks agli stay at home, ma ha coinvolto anche una parte rilevante della tecnologia e dei ciclici. Anche i finanziari sono ben sotto i massimi per effetto di un curva dei rendimenti sempre più piatta che dovrebbe erodere il loro margine d'interesse.
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