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Il tallone di Achille

I bond in un mondo iperstimolato


Anche il Bund decennale, nello stesso periodo, si è mosso in un range non particolarmente ampio, compreso tra il 2 e il 3 per cento e si trova ora al 2.65. Nel mondo emergente i rendimenti di Cina e India hanno addirittura continuato a scendere. Il Giappone, dove invece hanno continuato a salire, ha perseguito una politica monetaria tutta sua, restrittiva durante il Covid, iperespansiva negli ultimi anni. Ha voluto a tutti i costi l'inflazione, l'ha ottenuta ma ha ottenuto anche un mercato confuso che non capisce più quale sia l'orizzonte a lungo termine.

Insomma, dalla fotografia della situazione non emergono per il momento criticità tali da fare suonare le sirene d'allarme. Solo per il momento, dicono gli odiatori di bond. La foto, spiegano, può anche essere accettabile (per i tempi che corrono) ma il film è preoccupante. Il disavanzo americano, già molto elevato, rischia di crescere ulteriormente. Le proiezioni sul rapporto debito-Pil fanno rizzare i capelli. Il Congressional Budget Office proietta al 210 per cento il debito-Pil americano nel 2050. L'Europa si muove ormai tra un programma espansivo e l'altro e la qualità del suo debito, nel tempo, non potrà che peggiorare. La Cina fa salire di 10-15 punti l'anno il suo debito totale (pubblico e privato) rispetto al Pil, con un rapporto ormai ampiamente superiore al 300 per cento.

Nessuno, se non Milei in Argentina, parla più da anni di tagli di bilancio. Il Doge porterà 170 miliardi di risparmi, ma è stato fermato, in parte dai giudici e in parte dallo stesso Trump a causa della confusione e del malessere che stava creando. Il conflitto geopolitico, dal canto suo, spinge tutti a spendere per il riarmo. Per non parlare del conflitto civile tra forze politiche mainstream e forze alternative che spinge i governi occidentali a evitare a tutti i costi una recessione che farebbe perdere consensi o a intervenire con estrema aggressività, come durante il Covid, in caso di shock esogeno. Tanto il conflitto geopolitico quanto quello civile sembrano destinati a prolungarsi per anni o decenni, con conseguenze immaginabili per quello che resta della virtù fiscale.

Le banche centrali, dal canto loro, non vanno più in soccorso del debito pubblico. Il Quantitative easing non lo sta facendo nessuno, anche perché la fiammata inflazionistica degli anni scorsi cova ancora sotto la cenere. I bond sono lasciati a se stessi, sotto lo sguardo gelido della Fed. Qualcuno chiede seriamente che la Fed segua l'esempio della Bank of England, che fece dimettere Liz Truss e fallire il suo programma espansivo provocando una crisi del mercato obbligazionario.
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