(Teleborsa) - Secondo i dati risalenti al 2023, il settore agroalimentare del Lazio si conferma trainante per l’economia regionale. È quanto emerge dal
Rapporto ISMEA-Qualivita 2024, che riporta anche una
crescita dell’8,8% nel valore della Dop (Denominazione Origine Protetta) Economy, con un giro d’affari di
153 milioni di euro e 66 prodotti certificati tra DOP e IGP. Con
5.866 operatori attivi, la regione consolida il proprio ruolo nel sistema agroalimentare italiano. Il comparto, che rappresenta il
3% del PIL regionale e contribuisce per circa
6,3 miliardi di euro al settore agrifood nazionale, dimostra inoltre una forte vocazione all’innovazione e all’export, e con una rete di oltre 3.500 imprese, l’agroalimentare del Lazio è uno dei settori strategici per lo sviluppo sostenibile e l’identità del territorio.
Ed è con queste premesse che
Assaggi 2025 - il Salone dell’Enogastronomia del Lazio - si prepara alla sua IV edizione, sempre a
Viterbo, dal 17 al 19 maggio accogliendo stakeholders, buyers, cultori del gusto e semplici appassionati per una staffetta di tre giorni ricca di appuntamenti tra
sapori, degustazioni, percorsi sensoriali, laboratori, show-cooking, chef stellati ed esaltazione del patrimonio storico dell’Alto Lazio. Al centro dell’evento ci saranno 70 aziende, di cui 20 nuove partecipanti, pronte a raccontare le loro storie attraverso prodotti unici e autentici. "Assaggi mette in primo piano le vere protagoniste dell’enogastronomia laziale: le imprese e i produttori", spiega il
Segretario Generale della Camera di Commercio Rieti - Viterbo, il dott. Francesco Monzillo, sottolineando come il Salone espositivo rappresenti il cuore pulsante della manifestazione. Oltre al piacere del palato, Assaggi è pensato come uno
spazio di conoscenza, condivisione e approfondimento dove laboratori, seminari e percorsi sensoriali si confermano come momenti centrali dell’evento: "Vogliamo offrire un’esperienza completa e coinvolgente – afferma ancora – e la collaborazione con l’Università della Tuscia ci ha permesso di arricchire ulteriormente il programma, mantenendolo però divulgativo, leggero e con 'gusto'".
Non è un caso che l’edizione 2025 si svolga in un luogo simbolico come il
duecentesco Complesso di Santa Maria in Gradi: "Non è solo una scelta logistica, ma una dichiarazione di intenti. Questo complesso storico, sede dell’
Università della Tuscia, racconta la storia del territorio tanto quanto i suoi prodotti". La bellezza e il valore simbolico di uno spazio come questo amplificano, secondo la Camera di Commercio Rieti-Viterbo, il messaggio che l’evento vuole trasmettere: che il cibo, i saperi locali e il patrimonio culturale sono espressioni diverse di una
stessa ricchezza territoriale: "Il turismo culturale non può prescindere da una cornice che sappia evocare e rafforzare questa narrazione".
Ed è proprio questo il principio su cui si fonda la strategia di valorizzazione portata avanti dalla Camera di Commercio:
promuovere un "territorio narrante", dove il patrimonio materiale (aziende, prodotti, paesaggi) e quello immateriale (tradizioni, saperi, identità) si incontrano per generare sviluppo. "L’obiettivo di lungo periodo - continua il dr. Monzillo - è duplice: da un lato contribuire alla costruzione d
i un’identità territoriale forte e riconoscibile, capace di attrarre turismo consapevole e sostenibile; dall’altro, creare le condizioni per una rigenerazione culturale ed economica che
trattenga le competenze, che valorizzi le risorse locali e che alimenti un senso di appartenenza e di orgoglio della comunità. In occasione del Salone dell’Enogastronomia Laziale, ci impegniamo a rafforzare il legame profondo tra patrimonio materiale e immateriale, mettendo in dialogo il territorio, le imprese e le sue eccellenze agroalimentari".
Diverse e mirate le azioni messe in campo dalla Camera di Commercio Rieti-Viterbo per incrementare e
sostenere la sinergia tra beni culturali ed economia locale, come evidenziato da Monzillo: "Per le province di Rieti e Viterbo i beni culturali - ed aggiungerei anche quelli ambientali - sono un patrimonio fondamentale, un territorio ancora parzialmente inesplorato che trova nella tradizione e sostenibilità un suo punto di forza. Allo scopo di rendere questo driver un elemento importante dal punto di vista economico ed occupazionale stiamo cercando di coniugare tradizione e innovazione, attività economiche e beni culturali ed ambientali". Ciò si traduce in una
progettualità più ampia che punta a rendere competitiva, sostenibile e riconoscibile l’intera area dell’Alto Lazio. L’ente camerale sta infatti lavorando su più fronti: oltre al supporto alle imprese, alla promozione territoriale con i marchi "Tuscia Viterbese" e "REA Qualità Reatina", e alla collaborazione con istituzioni culturali, enti locali, università, start-up e associazioni di categoria, in programma per il 2025 tante altre iniziative diffuse tra le province di Rieti e Viterbo: dalla
Fiera Mondiale del Peperoncino a trekking gastronomici nei borghi, fino a format esperienziali per il turismo lento alla scoperta di paesaggi rurali e beni naturalistici.