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Il grande inganno

Dunque è evidente come tutti questi soggetti ci stiano ingannando: così deve essere, per forza. Sicuramente maggioranza e Governo sono in possesso di dati riservati, di altre informazioni che "disfattisti" ed eterni pessimisti non hanno. Sicuramente il Governo ha delle proiezioni che lo rendono assolutamente tranquillo su di una positiva evoluzione della situazione economica e sull'arrivo di una repentina ripresa.

Oppure il premier nasconde elaborazioni matematiche che indicano con certezza che, nonostante un debito pubblico al 120% del PIL, esistono ampi spazi per manovre espansive e per far "aprire i cordoni della borsa a Tremonti". Sembra, addirittura, che siano stati stretti accordi riservati per proteggerci, alla peggio, dai giudizi delle società di rating e dagli improvvisi attacchi speculativi.

Così deve essere, per forza, perchè se invece, per assurdo, la situazione fosse davvero quella tratteggiata dagli organismi nazionali, internazionali e dai mercati, vorrebbe semplicemente dire che, mentre Tremonti è impegnato in una strenua lotta per mantenere i conti in ordine e non perdere la fiducia dei mercati, il resto del governo e la sua maggioranza hanno deciso di fronteggiare la peggiore crisi dalla svalutazione della Lira del 1992 con una strategia assolutamente risolutiva imperniata sui seguenti quattro punti + uno:

1) spostamento al Nord dei Ministeri leghisti (compreso quello dell'Economia!!). Speriamo che tutti i "padani" si siano attenuti scrupolosamente all'assoluto divieto di vedere film di Alberto Sordi o peggio di Totò, perché, in caso contrario, quando si accorgeranno che si sta parlando in realtà di aprire qualche sede di rappresentanza a Monza, il rischio per Bossi di beccarsi dai suoi adepti dei commenti sonori prettamente meridionali sarebbe elevatissimo;
2) velata richiesta ad Attilio Befera, direttore dell' Agenzia delle Entrate (che sul fronte della lotta all'evasione ha fatto sin qui cose egregie) di non calcare per un pò la mano sugli evasori che, in fondo, sono anche elettori;
3) semplice enunciazione (solo enunciazione) in una prossima legge delega delle linee guida di una riforma fiscale che non si sa come e quando potrà veder la luce (se ne parla da circa 17 anni);
4) maldestro ed improbabile tentativo di cingere con Sarcozy una "Santa alleanza" nel tentativo di mandare avanti il presidente francese a chiedere alla UE, come ultima spiaggia, un rinvio di 2 anni dei termini previsti per il rientro dal deficit.

E comunque, se proprio tutte queste misure non dovessero bastare, pare che sia pronta la "soluzione finale" (probabilmente in tutti i sensi): lo "squartamento" del ministero dell'economia in più ministeri così da sottrarre la gestione unitaria dell'economia italiana allo scomodo Tremonti per affidarla ad un manipolo di fedelissimi (Brunetta?).
Speriamo solo che ci stiano davvero tutti ingannando.

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