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Evviva l'Italia, paese pazzesco

Per raddrizzare la Costa Concordia ci siamo rivolti ai migliori specialisti del mondo. Per raddrizzare le sorti del nostro paese possiamo contare su dilettanti.

Il PIL è l’insieme di prodotti e servizi, prodotti all’interno di un Paese. In Italia un punto di PIL vale circa 14 miliardi di Euro. Se consideriamo che dall’inizio della crisi l’Italia ha perso 8 punti di PIL, i conti sono presto fatti. 112 miliardi di euro dal 2007 sono evaporati. 112 miliardi di euro spariti dalle tasche degli italiani.
Una cifra enorme che detta le condizioni, o se volete la necessità, di ripensare una nuova economia verso la quale tendere e che non ci vedrà più ritornare ai livelli precedenti il 2007. Impossibile. Dobbiamo farcene una ragione. Non sarà mai più come prima.

Questo vuol dire che dobbiamo ripensare ad una nuova vocazione economica, sociale e culturale di questo paese, che dovrà essere profondamente diversa da quella che abbiamo conosciuto fino ad ora e che dovrà valorizzare una serie di risorse che noi abbiamo e che fino ad oggi non abbiamo potuto valorizzare nella giusta misura.

Tanto per renderci conto, quest’anno gli Stati Uniti hanno deciso di conteggiare nel calcolo del PIL, per la prima volta, il criterio della creatività. Non è una bizzarria, ma è perché sempre di più la dimensione dell’innovazione, della ricerca, della qualità del prodotto, della formazione del personale, determinano la competitività di un sistema. Sul terreno della rivoluzione digitale che, aldilà di Facebook e Twitter, secondo alcuni, ricompone il rapporto tra il pensare e l'agire, aprendo nuove prospettive alla dimensione del produrre, del creare, in un paese tradizionalmente creativo come l’Italia.

Questo ci mette nella condizione di dover ricombinare una vecchia politica industriale, che non va abbandonata del tutto, ma sicuramente ripensata. Non avevamo futuro senza la siderurgia, ma dobbiamo ripensarne adesso un futuro diverso dopo le note vicende dell’ILVA, combinandola con delle risorse, con delle opportunità, sul terreno della nuova idea di un’economia.

Fin qui tutto bene. Basta cambiare rotta. Ma un conto è dirlo e un conto è farlo.
Per raddrizzare la Costa Concordia ci siamo rivolti ai migliori specialisti del mondo; per raddrizzare le sorti del nostro paese, invece, non è che possiamo contare proprio sui migliori della piazza. E’ vero, ce li siamo voluti, ma all’immaginazione del peggio non c’è mai fine.
Letta ribadisce in ogni occasione che il peggio è passato e che ci aspettano tempi migliori, ma Saccomanni, Ministro dell’economia, lo contraddice dicendo che gli Italiani devono sapere la verità sui conti pubblici e non sorbirsi propaganda improntata all’ottimismo. Alla faccia del governo delle larghe intese, che per come è strutturato segna il punto più basso per credibilità dei partiti e il più alto grado di scollamento dalla realtà democratica del nostro paese.

Un Governo dai piedi di argilla che rischia, ogni due-per-tre, di sgretolarsi sotto le minacce e poi i ritiri e poi di nuovo le minacce di un parossistico PDL.
Deputati e senatori, felici e sorridenti, che sembrano vivere su Plutone e che di tanto in tanto “cinguettano” un tweet o “sparano” foto con Instagram, pensando con questo di aver riavvicinato il popolo che sta sotto i loro piedi. Dimentichi del fatto di essere dei poltronabili miracolati e solo per questo in obbligo di accendere un cero alla Madonna, per cotanta grazia ricevuta a spese della collettività.

PD e PDL
, due relitti alla deriva. Pare parecchio improbabile che, in queste condizioni, una maggioranza incapace di cambiare la legge elettorale, possa portare a compimento la Grande Riforma della Costituzione e preparare la strada alle future generazioni. A pensare al 1948 viene da ridere, anzi da piangere.

P.S.
Telecom Italia sta per finire in mano spagnola. Sono le regole del mercato è vero, ma Telecom no. Va bene Parmalat, Bulgari e tutta una schiera di altri nomi svenduti e migrati all’estero in nome delle redditività per gli azionisti e i soci, ma Telecom proprio no.
Nessuno si indigna per questo, sono tutti impegnati; il Pd non può distrarsi perché ha un congresso alle porte. Il Pdl è li, nei sotterranei, a puntellare i destini del suo padre-padrone.
Pazza Italia, resisteremo anche a questo.

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