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Pensioni da Favola

Come calcolare cosa avremo tra quarant'anni, mentre sbagliamo anche il PIL del 2016

Prima della crisi finanziaria, nel 2007, le azioni delle nostre banche valevano almeno sette volte il prezzo attuale. Le case hanno perso almeno un quarto di valore, per via della tassazione patrimoniale. Non c'è più una assicurazione che garantisca un rendimento minimo, perché ci si limita a pattuire la quota del rendimento che spetta al sottoscrittore e la commissione dell'agente. Con i Fondi di investimento non si sa che cosa accade, anche da un giorno all'altro. Il dollaro, che fino a due anni fa stava ad 1,4 sull'euro, è salito fino a sfiorare la parità. I mercati internazionali si aprono e si chiudono alla velocità della luce: il Brasile è andato in crisi dopo essere stato considerato un emergente di successo. La Russia è sotto embargo mentre l'Iran ne è uscito. Le banche sono piene di sofferenze e distribuiscono dividendi.

Insomma, ci vuole un bel coraggio a fare una proiezione sulle pensioni tra trenta o quarant'anni. Qualcuno, a leggere il risultato, potrà pensare che è troppo poco, qualcun altro si accontenterà pensando che è meglio di niente. C'è chi si convincerà che è inutile versare tanti soldi per un ritorno così basso e magari smetterà di pagare, cercando di investire chissà dove.

Nessuno sa che cosa ci sarà tra trenta o quarant'anni, se avremo l'energia gratuita mentre l'acqua sarà venduta a peso d'oro, quando finora è accaduto il contrario. Ma sappiamo fin d'ora quale sarà la nostra pensione: basta moltiplicare, sommare, utilizzare coefficienti e leggere il risultato.

Di come andrà il mondo anche tra un anno non abbiamo alcuna certezza, ma della pensione tra trenta o quarant'anni sì. Non si crede più alle favole, ma agli economisti: non ci raccontano "C'era una volta...", ma “Ci sarà in futuro...".

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