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Caramelle dagli sconosciuti

Slogan buonisti e ceffoni inutili

Un punto deve essere chiaro, prima di tutto.

Se il mondo politico, che finora aveva cantato messa alla governabilità, al premio di maggioranza senza nessuna soglia minima di consenso, ha varato una legge pasticciata, che mescola il sistema proporzionale con quello dei candidati in collegi uninominali, con apparentamenti che non sono coalizioni, un motivo c'è: la paura di governare da soli.

Il pendolo, che ha visto alternarsi gli schieramenti di centrodestra e di centrosinistra a partire dal 1994, si è piantato nel corso delle ultime due legislature da quando il governo Berlusconi fu costretto alle dimissioni nel 2011. Da allora, c'è stato un pastone di maggioranze che ha raccolto, diviso e unito, mettendo insieme tutto ed il contrario di tutto.

Servirebbe una strategia chiara di sviluppo del Paese, di qui a vent'anni, mentre ne abbiamo già persi dieci a partire dalla crisi del 2008 senza concludere nulla.

Inutile arrabattarsi dietro le singole promesse elettorali, di chiunque siano: dai redditi di cittadinanza o di inclusione, pagati con la solita spending review, agli 80 euro moltiplicati per tre o per quattro, per finire con la Flat Tax con una sola aliquota che si applica a tutti.

Dobbiamo guardare in faccia la realtà, e dirci chiaramente che ci sono due sole alternative: da una parte c'è lo smantellamento completo dello Stato sociale, della Scuola pubblica, della Sanità per tutti, della Previdenza sociale obbligatoria. È il rosicchiamento quotidiano, dove la inefficienza della pubblica amministrazione è esasperata, financo voluta per giustificare la cessione di pezzi interi ai privati, che finalmente avranno modo per aumentare i loro profitti. Dall'altra c'è il mantenimento dei principi di solidarietà sociale e territoriale su cui si fonda la Costituzione. E c'è la difesa del risparmio, in ogni sua forma, che va ripristinata, ci siamo fatti cancellare dalla Unione europea, senza fiatare.

Che cosa è cambiato nella gestione delle banche, ormai tutte privatizzate da anni, quotate in Borsa, e con il ruolo delle Fondazioni sempre più limitato? Hanno finanziato finalmente le imprese, lo sviluppo, oppure continuano ad aumentare i profitti con le commissioni di almeno un euro per ogni operazione, fatta su internet dallo stesso correntista? Nessuno si rende conto che per pagare una bolletta di 20 euro la banca si ingoia il 5% della transazione.

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