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La narrazione è finita

L’esperienza drammatica dei popoli, dopo dieci anni di crisi e di ricette fasulle

Anche in Francia, la crisi è palese. Dopo appena un anno di Presidenza di Emmanuel Macron, che era stato eletto al secondo turno con i voti di una sparuta minoranza, non solo la sua popolarità è scesa al 30%, ma il suo governo perde i ministri più in vista, da quello dell’ecologia Hulot a quello dell’Interno Collomb. Manuel Valls, che è attualmente deputato e che fu Primo ministro durante la Presidenza Hollande, si dimette con l’intenzione di candidarsi in Catalogna, presentandosi come leader della coalizione unionista. Anche Philppe, l’attuale Primo ministro, non ha escluso di ritornare a Le Havre per fare il sindaco. Inutile dire che anche in Francia bisogna sostenere l’economia, con un bilancio in deficit, che dovrebbe essere del 2,8% del pil nel 2019. Anche qui, la ricetta della austerità non è mai andata di moda. Nonostante tutto, il malessere sociale serpeggia, i partiti tradizionali sono completamente disfatti, la disoccupazione è alta ed il disavanzo con l’estero è strutturale.

Dell’Italia è inutile parlare: i due partiti che hanno guidato le coalizioni di governo a partire dal 1994, Forza Italia e Partito Democratico, sono implosi. Dopo 25 anni di egemonia condivisa, sono scomparsi dalla scena.

I popoli hanno fatto esperienza, ed hanno deciso di non ascoltare più la narrazione che li ha indottrinati a partire dagli anni Ottanta, e che li ha messi alla frusta negli ultimi dieci. Improvvisamente, tutti insieme, hanno acquisito la coscienza che le ricette della globalizzazione e della finanziarizzzione dell’economia sono senza sbocco.

Dopo la crisi, l’austerità europea è stata devastante, mentre la moneta immessa dalla Bce non ha mai raggiunto l’economia reale. Tutta la liquidità è finita sui mercati finanziari. In America, il sistema industriale non si è mai rimesso in moto.

Non c’è più opposizione politica: né in Italia, né Gran Bretagna, né in America, né in Germania, né in Francia. E non c’è più per una ragione ben precisa: tutte le forze politiche che si sono alternate al governo dei Paesi occidentali, a partire dagli anni Novanta, condividevano il mito della globalizzazione e tutte parimenti si inchinavano al Mercato come unico giudice e garante del benessere.

Hanno cercato soprattutto di dividere i popoli, mettendo i giovani contro gli anziani, i figli contro i genitori. Per nascondere le vere responsabilità, la voracità di accumulare ricchezze.

Lo Jus mercatorum prevaleva sulle leggi, sulle Costituzioni, sui diritti dei popoli. E questi, per parte loro, erano stati obbligati a seguire questa unica narrazione.

Ora, non più.

L’esperienza drammatica dei popoli, dopo dieci anni di crisi e di ricette fasulle.

La narrazione è finita.

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